Come dice la saggia Laura Giuliani, guardare troppo indietro non è una opzione. Ha deciso di non farlo troppo neppure la c.t. Milena Bertolini, che dopo l’ultimo test con il Marocco ha scelto le 23 ragazze che decolleranno mercoledì per il Mondiale. Viaggio lunghissimo, destinazione Auckland, in Nuova Zelanda, uno dei due paesi che ospiteranno questo torneo già decantato dalla Fifa come super. Se sarà super anche per una Italia a metà strada fra rifondazione e conservazione, si vedrà. Milena, come la chiamano le sue ragazze, ha già fatto alcune scelte nette. Ha sorpreso certamente l’esclusione della (ormai ex) capitana Sara Gama, già per il ritiro in Alto Adige, a Riscone di Brunico. Non fanno altrettanto rumore le esclusioni di Valentina Bergamaschi e Martina Piemonte, entrambe milaniste: una jolly difensivo, l’altra attaccante molto robusta, una che poteva offrire opzioni diverse in situazioni di difficoltà. Ma l’attacco era già molto folto e bene assortito, e rinunciare anche a Cristiana Girelli, altra supersenatrice, non sarebbe stato semplice. Girelli, con l’intoccabile Bonansea, si accinge a portare la fascia di capitana lasciata senza padrona da Sara. Chi gioca, la indosserà. In nome di una solidità di gruppo che ora più che mai andrà coltivata, perché gli impegni che aspettano le azzurre in questo Mondiale in programma in Australia e Nuova Zelanda non sono insormontabili, ma neppure semplici.
Il piede giusto Sarà importante partire con il piede giusto, come era accaduto nel 2019 in Francia contro la favoritissima Australia, che stavolta giocherà da padrona di casa. L’esordio dell’Italia è programmato per il 24 alle otto italiane contro l’Argentina, nazionale definita in forte crescita. Una partita che non può essere definita un dentro o fuori, ma certo cominciare con l’handicap. come è accaduto in Inghilterra, agli Europei, un anno fa, potrebbe ridurre notevolmente le possibilità di passaggio del turno, obiettivo realistico dell’Italia. Il canovaccio tattico dovrebbe essere il solito 4-3-3, anche se Bertolini è pragmatica e non ha mai dato molta importanza ai numeri. E in un momento del genere, con il ricambio generazionale alle porte, la c.t. pare aver badato soprattutto a sottili equilibri psicologici. Non sorprendono dunque gli esperimenti delle ultime gare amichevoli, non sorprende la conferma dello zoccolo duro juventino, Gama e Galli a parte. E non sorprende, in un’ottica di giusto mix da trovare, neppure la conferma di Giulia Dragoni, sedicenne scuola Inter, la prima italiana a mettere piede alla Masia, a Barcellona. Sono tante le ragazze azzurre che negli anni sono andate a fare esperienza all’estero, ma non così presto. Giulia ha lasciato la sua casa di Milano e la sua crescita, anche a livello di considerazione in azzurro, è stata esponenziale.
QualitàLa definiscono la Pafundi della Nazionale femminile e al momento non è dato sapere se il paragone la lusinghi o la lasci indifferente. Quel che si sa è che Giulia a Barcellona ha affinato il suo stile di centrocampista tutta votata all’attacco, che quindi potrebbe un po’ sbilanciare il gioco dell’Italia ricca di cambiamenti anche nella linea difensiva. Nella nazionale italiana le incontriste non abbondano, ma la romanista Giada Greggi, per fare un nome, si sacrifica volentieri, e nel reparto di attacco le ragazze multitasking non mancano: fra queste Sofia Cantore, attaccante senza ambizioni da solista. Anche loro sono volti nuovi in Nazionale, e proprio per equilibrare non potevano mancare le certezze. Valentina Giacinti ad esempio, ex milanista campionessa d’Italia in questa stagione con la Roma, o Laura Giuliani, il portiere al quale toccherà una volta di più coordinare la difesa priva dell’esperienza di Sara Gama. Ma guardarsi indietro è inutile, guai a pensare all’entusiasmo magari esagerato del Mondiale francese e al buco nero prodotto dall’Europeo un anno fa. «Dobbiamo essere realiste, il che non significa non avere ambizioni. Ma la parola d’ordine alla partenza di questa manifestazione così importante deve essere “equilibrio”», ha detto in questi giorni la c.t. Difficile trovare una linea diversa nelle sue scelte. Se non in qualche piccolo azzardo, che spera di vedere ripagato.
A cura di Alessandra Bocci (Gazzetta)