CdS Campania – “FA TUTTO AURELIO”. La Juve accoglie il diesse del Napoli dei miracoli

Il comunicato per annunciare il divorzio è arrivato alle 20.26 con un tweet sul profilo del Napoli, che «ringrazia Cristiano Giuntoli per gli 8 anni di collaborazione con il presidente Aurelio De Laurentiis, l’amministratore delegato Chiavelli e con gli allenatori che hanno guidato la squadra». Sussurrando qualcosa sulla sua giornata durante l’apertura del mercato a Rimini, in videocollegamento, Giuntoli ha parlato di «inconveniente da mettere a posto, ecco perchè non sono riuscito a venire…». Poi ha parlato ancora di Napoli: «Il sentirsi sempre un noi e mai un io è stato la nostra forza, ciò che ci ha resi più forti. Abbiamo avuto anche un pizzico di fortuna sul mercato, tornando a puntare sui giovani come facevamo una volta». È finita, quando è finita…Perché ad aprile, quando accidentalmente (diciamo così) Francesco Calvo e Cristiano Giuntoli cominciarono a chiacchierare di futuro, fu chiaro al direttore sportivo del Napoli che la sua esperienza al fianco di De Laurentiis poteva essere introdotta al congedo. Giuntoli chiamò Adl, gli disse poche cose («lasciami andare»), scelse di essere frontalmente limpido e consapevolmente si infilò in un braccio di ferro. Le ultime due stagioni, stellari, hanno avuto il potere di spostare la polvere sotto ai tappeti, non certo di rimuoverla: tra Adl e Giuntoli la prima frattura s’avvertì a novembre 2019, nella tormenta dell’ammutinamento; e poi subito dopo, a dicembre, quando l’ad Chiavelli e il ds lo convinsero ad esonerare Ancelotti, il rimpianto mai nascosto a se stesso da De Laurentiis. E per ricomporre la rottura rumorosa, scioccante di gennaio 2021, dopo la sconfitta di Verona, le minacce di esonero, la speranza di dimissioni più volte invocate attraverso terzi, l’isolamento assoluto al quale Giuntoli venne confinato, ci sono voluti due capolavori, Kim e Kvaratskhelia, e la gestione d’una rivoluzione sontuosa, esaltata da Spalletti che ha avuto pure la funzione del collante tra la proprietà e il manager. Ma in realtà, ormai, in superficie rimaneva la gratitudine, reciproca, e nell’ombra restava quel retrogusto amaro e insopprimibile d’una diversità assoluta, totale. Avevano smesso d’essere simili, complici: non restava che il divorzio. E se’ c’è di mezzo una (Vecchia) Signora, facile che accada.  Fonte: CdS

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