Ci sono tanti modi per dirsi addio, o arrivederci, e individuare il migliore non è sempre facile. Diciamo che quello scelto per salutare Sara Gama, ormai ex capitana della Nazionale guidata da Milena Bertolini, non rientra nella categoria dei best of. Sara ha saputo che sarebbe stata esclusa addirittura dalla lista delle 32, che poi dopo l’ultimo test del primo luglio subirà un cospicuo taglio, tre giorni prima della pubblicazione. La lista è arrivata sul sito della federcalcio venerdì in serata, senza una minima menzione nella titolazione. Certo, chi c’è è più importante di chi non c’è. Ma non si poteva pensare che l’esclusione di una come Sara Gama, per anni al centro della squadra con la sua leadership, potesse filare via liscia come l’olio. Inosservata.
Amarezza Anche perché Sara non è mai stata il tipo che passa inosservato. Spigolosa, intelligente, con le idee chiare, è stata la leader della Nazionale per anni. Nell’aprile scorso ha passato l’esame da direttore sportivo, è vicepresidente dell’Aic, membro della Commissione Atleti del Coni, consigliere federale. Gli infortuni l’hanno bloccata a lungo negli ultimi tempi, ma ora si sentiva pronta a tornare. Era riapparsa entusiasta, pur restando in panchina, nelle ultime uscite delle azzurre. La stagione che si è chiusa non è stata delle migliori, con la sua Juve costretta a passare alla Roma lo scettro di campionessa d’Italia dopo tanti anni. Ma Sara non si sarebbe mai aspettata di essere esclusa dalla prima, provvisoria lista delle invitate al Mondiale. Di necessità di rinnovare si era parlato spesso dopo un Europeo disastroso e la c.t. Bertolini ha fatto una scelta a suo modo coraggiosa. Di sicuro sorprendente. Ora Gama potrebbe partecipare alla spedizione mondiale come dirigente, ma è tutto da valutare. Intanto però è arrivata la sua verità a mezzo social network e l’amarezza esonda dalle righe.«Dopo essere stata preconvocata e aver svolto la preparazione fisica ricevuta dallo staff della Nazionale per mantenere la condizione ottimale che avevo raggiunto negli ultimi sei mesi di lavoro con il mio club, ho appreso tre giorni fa che non farò parte della rosa per il Mondiale. Nutro grande rispetto dei ruoli e accetto la scelta della Commissaria Tecnica, nonostante l’amarezza di queste ore difficili per le modalità e i tempi con cui la decisione mi è stata comunicata».
Futuro Ecco, tempi e modi hanno stupito molti. «Ho dato tutto nei diciotto anni passati in Nazionale. Non mi sono mai tirata indietro, nemmeno di fronte ai problemi fisici che avrebbero potuto scoraggiarmi, come quelli che mi hanno condizionato all’ultimo Europeo. Ho lottato assieme alle mie compagne e a chiunque ci abbia supportato per cercare di vedere riconosciuti uguali diritti e dignità all’intero movimento calcistico femminile nel nostro Paese. Con questo bagaglio e questo spirito, mettendomi completamente a disposizione della CT e della squadra, mi sono preparata per poter dare il mio ultimo contributo da capitana alla Nazionale. Purtroppo, non sarà possibile». Seguono ringraziamenti, un accenno al futuro («rifletteremo sull’idea di far parte della spedizione, in modalità e vesti differenti e da definire. Certamente continueremo a lavorare insieme»). Sara si ferma qui, a malincuore. E l’omaggio più bello nel suo essere sintetico è quello della compagna di club Barbara Bonansea. «Non sarà più la stessa cosa». Soprattutto per Sara.
A cura di Alessandra Bocci ( Fonte Gazzetta)