A Radio CRC, nel corso della trasmissione Si Gonfia la Rete, è intervenuto Gian Piero Ventura, primo allenatore a fermare Garcia nel 2013 con il Torino: “L’addio di Spalletti? La squadra era assolutamente competitiva e giocava divertendosi, era il massimo che un allenatore potesse pretendere. Ci saranno dei motivi dove è impossibile sindacare non mettendosi dentro. Mi metto nei panni di un tifoso napoletano, è un peccato perché quando si crea quell’alchimia tra squadra, società e allenatore è un peccato interrompere perché il Napoli ha vinto lo scudetto e ha il rammarico di non aver potuto proseguire in Champions. È stato sfortunato a perdere Osimhen, Simeone e Raspadori, senza quei problemi sarebbe potuto arrivare in fondo. Quando cambi allenatore è evidente che qualche modifica verrà apportata perché il nuovo tecnico avrà il suo modo di vedere il calcio. L’augurio da tifoso del calcio è che anche se dovesse cambiare qualcosa, rimanga lo spirito e la voglia di giocare che ha fatto vedere il Napoli quest’anno. Quando fermai Garcia nel 2013? Credo che la Roma di Garcia sviluppasse tematiche leggermente diverse rispetto al Napoli. Il Napoli la profondità la prendeva con Osimhen, Garcia la prendeva con Gervinho e Salah. Giocava nell’aggressione alle spalle e non con un calcio ragionato come quello del Napoli quest’anno. Oggi Garcia, in una squadra che ha sfiorato la perfezione quest’anno, portare nuove idee è un fatto complicato. Il calcio fa parlare chiunque quindi si può dire tutto il contrario di tutto, adesso l’unica cosa è l’augurio che dicevo prima che qualsiasi modifica non vada a tarpare le ali, ma a migliorare i risultati, cosa difficile perché il Napoli ha sfiorato la perfezione come dicevo prima. Credo che Garcia abbia stimoli enormi, ma ha preso un prodotto talmente perfetto che spero riesca a mantenerlo tale. Dopo quella fatidica gara Garcia si arrabbiò perché esultai al gol di Cerci e secondo me non meritavamo di perdere. E lui disse ‘come mai quando fa gol alla Juventus non esulta e quando fa gol contro di noi sì?’. Sono cose che fanno parte del calcio. Quando si è parlato di Conte e Gasperini in chiave Napoli mi sembrava strano per la struttura di squadra diversa da quella del Napoli. Era impensabile cambiare il modulo togliendo giocatori come Lobotka e Kvaratskhelia. Il problema è come viene sviluppato il gioco. Un giocatore in due modi di interpretare può sviluppare tematiche differenti e produrre di più o di meno. Garcia ha un impegno per cui va aiutato e supportato perché non è facile migliorare il Napoli anche se ci sarà sicuramente un po’ di mercato per alzare l’asticella. Era talmente codificato tutto che sono equilibri delicati che vanno analizzati con calma e oleati più che cambiati“.