Il sistema calcio ha bisogno di ritrovare credibilità

“Un contesto criminale di allarmante gravità, essendo di fronte a condotte illecite, reiterate e protratte nel tempo, per tre esercizi, di indubbio spessore ponderale”, così la procura di Torino ha descritto l’operato finanziario della Juventus.

Su questo fronte dovrà muoversi la FIGC che si è ritrovata nel bel mezzo di una matassa ingombrante che danneggia l’immagine di Gravina e degli altri organi della procura federale. Tra le carte in mano alla procura di Torino, infatti, c’è anche un documento che attesta un incontro segreto tra Andrea Agnelli, Gabriele Gravina ( presidente FIGC ) e gli altri club coinvolti nell’indagine. Un unicum tra istituzioni e club che rischia di causare un terremoto senza precedenti. Ma se il calcio, come afferma il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, è malato, bisogna curarlo. Aumentando quella sorveglianza latente, denunciata dallo stesso patron azzurro.

Sensazioni, ipotesi e scenari che andranno chiariti con il corso del tempo.

Ma nel frattempo, è stata la stessa Juventus, tramite un comunicato ufficiale diramato sul proprio sito, ad informare gli azionisti che l’esclusione dalle competizioni europee e nazionali è vivo. Una consapevolezza, questa, da non sottovalutare.

Al di là del finale di questa vicenda, la missione più delicata e importante sarà restituire credibilità e valori al calcio italiano e al sistema calcio in generale. Il rischio di una nuova inchiesta buca palloni incombe e non si può riprendere formando delle gerarchie pericolose che alterano la regolarità delle competizioni.

Le domande andavano poste prima, quando c’era tempo per farlo. Come può un club come la Juve mettere a bilancio un giocatore del calibro di Cristiano Ronaldo a 100 milioni di cartellino e 31 milioni l’anno con una barca di debiti da quasi mezzo miliardo di euro netti? Come può la Juventus realizzare scambi di mercato con Atalanta, Genoa e Sassuolo, alterando i prezzi e ipervalutando ragazzi della primavera? O dire che i propri tesserati hanno rinunciato a quattro mesi di stipendio per poi riavere quei soldi in bonus? Se ha potuto, è perchè riprendendo ADL, la sorveglianza è latente. E il segnale Superlega doveva allarmare già da tempo.

Una giostra finanziaria pericolosa che può portare a conclusioni rivoluzionarie qualora si accertasse che mediante i reati contestati, Andrea Agnelli ha permesso alla Juve di iscriversi al campionato.

Ma come si dice in questi casi, bisogna toccare il fondo prima di risalire. Bisogna ripulire e vederci chiaro senza sentenziare ma neanche minimizzare.

La Serie A ha bisogno di rivoluzioni, di nuovi assetti, di onestà e trasparenza.

Il calcio italiano in generale ha bisogno di essere ripensato. E non si può pensare che solo i terremoti giudiziari possano far riflettere. Chi ha sbagliato deve essere punito. Tutti, nessuno escluso.

Restituiamo credibilità al calcio italiano, un calcio al momento più nero che bianco.

A cura di Simone Di Maro

 

 

 

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