Il Monza, da quando sulla panchina è arrivato il tecnico della Primavera Raffaele Palladino, sta disputando un campionato strepitoso.
Si è giocata ieri pomeriggio alle ore 15:00 presso l’ “U-Power Stadium” di Monza la sfida tra i padroni di casa brianzoli e il Napoli, valida per la 35° giornata del campionato di serie A. Una gara in cui nè i biancorossi di Raffaele Palladino nè i partenopei di Luciano Spalletti avevano poco da chiedere, se non migliorare il proprio score in classifica. Ma ad avere più voglia e fame sono proprio i padroni di casa che con una rete per tempo (di Mota e dell’ex Petagna) infliggono la prima sconfitta al Napoli da campione d’Italia.
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- La testa allenata: il campionato del Napoli è stato sicuramente di livello eccezionale con lo scudetto mai messo in discussione neanche per un secondo, ma da troppo tempo ormai (aprile) i partenopei non brillano più. Anche a Monza ieri si è vista una squadra debole di testa e troppo sazia, tutto molto capibile ma non va trascurato un particolare. Lo scudetto di quest’anno è figlio del clamoroso ribaltone di Empoli (da 0-2 a 3-2), quando il presidente prima annunciò il ritiro e poi lo revocò su richiesta di Spalletti. Ecco quella squadra chiuse il campionato con quattro vittorie bellissime che gettarono le basi (con alcuni interpreti diversi) per una stagione trionfale. Da troppo tempo la squadra sta sfruttando quell’inerzia dando dei segnali poco incoraggianti per il futuro. Non siamo troppo esigenti, ma queste prestazioni devono farci fare tante riflessioni, in questo caso parliamo della necessità di creare una mentalità vincente anche ad obiettivo. Un gruppo affamato non deve fermarsi al primo successo (STORICO E BELLISSIMO), ma accrescere la voglia di fare punti. Perchè da sempre VINCERE AIUTA A VINCERE!
- La polvere mediatica: c’era un fallo da rigore nettissimo ieri a Monza su Osimhen. L’arbitro non lo ha fischiato (nè il Var lo ha richiamato) e ne prendiamo atto. Quando si parla di crescita e mentalità vincente, questa però deve riguardare tutte le componenti del mondo Napoli e in primis la stampa. Se riduciamo questa sconfitta a un rigore mancato (a scanso di equivoci NETTISSIMO) non cambierà mai nulla e il nostro vittimismo ci porterà inesorabilmente alla cultura dell’alibi. Mi sarebbe piaciuto leggere delle analisi tecniche, ad esempio su quale senso abbia dare una chance a Bereszyński , che tra quindici saluterà il gruppo e non insistere su Raspadori, Gaetano e Simeone (CLICCA QUI PER NAPOLI-FIORENTINA). E’ stato spontaneo e splendido l’applauso a Spalletti nella conferenza della vigilia, ma le simpatie e la stima vanno messe da parte per lasciare spazio anche a domande scomode. Credo che Spalletti abbia compiuto un vero e proprio capolavoro quest’anno, ma deve continuare a martellare i suoi ragazzi e a tenerli sulla corda, e se da un pò non ci sta riuscendo si deve avere la forza di dirlo.
- L’esempio rossonero: mi rendo conto di apparire anche un pochino troppo brontolone e lamentoso (ma vi giuro che sono strafelice per il titolo conquistato), però è giusto provare a dire quello che stiamo vedendo nel corso della stagione. Il Napoli ha stracciato tutti in appena sette mesi, inanellando una serie infinita di record non facilmente ripetibili, che potrebbero aprire anche un ciclo vincente (sulla competitività non ho dubbi vista la storia recente). Ma va ribadito che probabilmente questo gruppo è andato anche un pò oltre le proprie reali capacità e il proprio valore e che non è detto che tali performance saranno ripetute l’anno prossimo. Per cui, indipendentemente da chi sarà il nuovo D.S., è importante capire che ci sarà molto da lavorare sul mercato nella prossima estate anche se dovessero restare i pezzi da novanta (Osimhen e Kim su tutti). Servirà un portiere di riserva affidabile (io confermerei Gollini), un terzino destro su cui puntare davvero per dare fiato anche a Di Lorenzo (a Zanoli darei ancora un altro anno di apprendistato prima di farlo ritornare definitivamente a Napoli). Serviranno almeno due centrocampisti (se non tre) e capire bene come sfruttare Raspadori (esterno sinistro o trequartista) che ad oggi sta vivendo lo stesso equivoco tattico di Elmas. Insomma il gruppo è di buon livello, ma attenzione a non sopravvalutarlo perchè il rischio è di compiere lo stesso percorso del Milan (da campione d’Italia a squadra che fa fatica a raggiungere il quarto posto). Anche se la grande differenza tra i due club sta nell’incredibile capacità di gestire e investire gli introiti da parte di Aurelio De Laurentiis, con buona pace per il blasone e il dna rossonero.
Articolo a cura di Marco Lepore