Il Napoli ha una squadra fatta e finita, un organico abbondante e comunque situazioni da definire: c’è Ndombele che è un prestito per il quale, volendo, potrebbe essere esercitato il riscatto; c’è Demme che ha giocato poco e vorrebbe più spazio, da trovare altrove; c’è dunque almeno un centrocampista e forse due da infilare nel futuro. Il primo, quasi per plebiscito, da sempre è Teun Koopmeiners (25 anni), una dolce ossessione sin dai tempi dell’AZ, inseguito pure l’estate scorsa e mai sfilato via dai pensieri del Napoli che vuole un profilo del genere o forse sarebbe più giusto dire che ha individuato l’identikit ideale per abbellirsi ulteriormente: a Bergamo c’è da guardare eccome, c’è il costosissimo Scalvini (20 a dicembre) se dovesse servire un difensore che prenda il posto di Kim, c’è anche il predestinato Hojlund (20 appena compiuti) per l’attacco, ma c’è soprattutto quel mediano-mezzala-trequartista (un po’ tutto, insomma) che intriga parecchio, nonostante abbia un prezzo d’affezione rilevante. Poi c’è Kamada, un altro sul quale le relazioni abbondano, che tra cinquanta giorni sarà libero a parametro zero: i primi contatti con il management hanno ispirato un ottimismo evaporato l’altro ieri, quando sul giapponese si è lanciato anche il Milan, che adesso sta in vantaggio. Certe storie si complicano all’improvviso e poi magicamente si ricompongono: la Champions è una dimensione alla quale Kamada è chiaramente interessato, il Napoli è sicuro di giocarla, il Milan non ancora, e ciò può dilatare i tempi della trattativa (o anche no). Il Giappone è quell’universo nel quale Aurelio De Laurentiis vuole atterrare, sposando gli interessi calcistici con quelli commerciali: Kamada ha il profilo tecnico-tattico ideale e pure un appeal che invoglia a crederci. Il fattore K ha un senso. Fonte: CdS