È i n quelle frasi che sembrano secche e invece nascondono indizi tutt’altro che vaghi, che bisogna intrufolarsi, provando a leggere in quell’orizzonte sfarzoso nel quale c’è però una fumata grigia: «Per il Napoli sarà un futuro brillante». Quando Luciano Spalletti lascia che resti un velo sul venerdì sera, sulla chiacchierata con De Laurentiis e Chiavelli, su ciò che resta del menù, l’unica pietanza che si può scorgere su quel tavolo è un vago senso di inquietudine, le perplessità che galleggiano nell’aria e domande e risposte che certo non potevano emergere compiutamente in una cena praticamente pubblica, la gente intorno, gli occhi di chiunque addosso e pure i taccuini e le telecamere arroccati all’uscita del ristorante.
ADL IN PRESSING. Mentre intorno a chiunque c’è la magia di un’atmosfera che riempie, è consigliato a chiunque debba assumere una decisione seria e definitiva provare ad isolarsi, ragionare lucidamente e rimanere freddi: un patrimonio del genere, lo scudetto e quella riconoscenza eterna, non possono essere sacrificati con ragionamenti di pancia. La Napoli che ama, la città «che ha un sole dal quale è impossibile non lasciarsi baciare; che ti ripaga delle notti insonni», è un poster dell’anima che Luciano Spalletti non intende stropicciare, e in quella cena con il presidente, in cui si sono detti ciò che si poteva («io sono contento di com’è andata ma nel dettaglio è giusto entri la società»), sorvolando sulle divagazioni, l’argomento chiave è stata la trasparenza sul progetto, la consistenza delle idee.
RESTA QUA. I soldi, si sa, come per pubblica ammissione, rappresentano un aspetto assai marginale per Spalletti, e comunque De Laurentiis ha buttato lì la propria proposta, un biennale che dia ulteriore sviluppo al Napoli, corredato da un ritocco all’ingaggio, la testimonianza di una fiducia cieca nell’allenatore del suo primo scudetto e il desiderio di godersi ancora e di nuovo e per un bel po’ «quel calcio senza tempo» che ha dominato in Italia ed ha abbagliato l’Europa.
RIPARLIAMONE. Ci sono aspetti centrali sui quali orientarsi, non sono riferimenti marginali, non può esserlo l’organizzazione interna; né le possibili contromosse agli eventuali addii di Kim o di chi verrà tentato dalla ricchezza altrui; né una chiarezza di fondo nei rapporti che eviti lo spargimento inutile di energia nervosa. E però, per affrontare i temi in sequenza, sarà necessario un pizzico di privacy: si potrà, anzi si dovrà riparlarne in settimana, spazzando via l’opacità per starsene sempre dentro un sogno, non certo per ritrovarsi poi infilato in un incubo. Non si rovinano le favole.
Fonte: CdS