Alla vigilia di Monza-Napoli non c’è ancora la sicurezza per il divieto di trasferta per i tifosi napoletani ad assistere alla partita. In realtà come chiarito ieri, il rischio non è tanto per le due tifoserie interessate, quanto per scongiurare gli scontri con i tifosi udinesi dopo i fatti dell’ultima gara alla Dacia Arena.
Fatto sta che, a provvedimento firmato, cominciano a circolare voci incontrollate: il divieto rientra, c’è un ricorso al Tar (già successo altre volte e riuscito) che chiede la sospensiva in attesa della valutazione dell’illegittimità… Voci? Può darsi, anche perché il ricorso non si materializza. Però il Napoli fa un comunicato in cui annuncia rimborsi in attesa dell’ufficialità (che in realtà già ci sarebbe), al Monza gli uffici organizzativi sono in subbuglio e aspettano di capire qualcosa che sarebbe arrivata solo di traverso. Tutto inventato? E no, deve esserci qualcosa: perché arrivano echi di nuovi colloqui e consultazioni al Viminale per tutto il pomeriggio, si parla di un cambio d’orientamento ma forse l’imbarazzo per determinarlo rallenta tutto.
E quindi? E quindi il divieto c’è. Ma ancora non è detto che non possa rientrare. Non per noi, ma per le due società coinvolte. Un giallo un po’ grottesco: sembra che stamattina si discetterà ancora. E siamo a 24 ore dal match. Signori, la sicurezza è una cosa seria. Qualcuno scriva la parola fine, in omaggio e per rispetto dei padri fondatori dell’Osservatorio e di chi lo ha condotto ispirandolo alla concertazione e alla logica di gestire. Non rinunciare a farlo. Rinunciare, non ci stancheremo di dirlo, è una sconfitta. Questo balletto dell’incertezza, poi, non si sa nemmeno cosa sia: appellandoci agli eufemismi, con tutto il rispetto, lo definiremmo almeno irrituale.