Si legge tra le pagine del CdS:
COSA SUCCEDE. È la risposta che non s’avverte, non ancora, ma qualcosa tra le righe s’è colto, perché non si può far finta di niente quando De Laurentiis, a microfono aperto, con tanto d’enfasi, introduce il suo allenatore come «il supercazzutissimo», «la star delle star» o «quello che merita il clou della serata». E sarà un caso, ma certo non è, che tutto succeda proprio un attimo dopo che Spalletti abbia buttato giù due considerazioni che sanno di precisazione: «il Napoli aveva un’opzione e l’ha esercitata. Io li ringrazio di avermi avvertito, poi ci sarà il tempo per parlarne. Mancano ancora diverse partit e per arrivare alla fine». E quindi…?
DISTANZA. I fatti conviene separarli dalle opinioni e anche dalle interpretazioni, ma la Storia è nota ed rinchiusa tra le riflessioni della domenica, dentro una festa nella quale l’allegria aiuta a distarsi un po ’ . Luciano Spalletti ha un contratto con il Napoli, ha firmato due anni fa, biennale con possibilità di rinnovo concessa al club: è accaduto tutto, giuridicamente perfetto, però senza aggiungerci tracce di dialogo, quel senso colloquiale ed amicale che non può appartenere alla burocrazia. De Laurentiis ha lasciato partire la pec, l’ha accompagnata con una lettera ufficiale che annunciasse l’operazione, e poi s’è dimenticato di contattare l’allenatore. Che una parolina l’avrebbe scambiata volentieri, tanto per dirsi qualcosa, ad esempio condividere un Progetto e provare anche legittimamente a sottoscriverlo, visto che alcune cose sono successe (l’addio di Giuntoli) e altre potrebbero verificarsi: il mercato è un’insidia imprevedibile, può comparire dalla sera alla sera un potenziale acquirente per Osimhen, e un allenatore gradirebbe comprendere quali strategie sarebbero in gestazione.
DUBBI. Il “ vecchio ” accordo, quello dell’estate del 2021, prevede prolungamento alla stessa cifra dell’anno scorso – due milioni e ottocentomila euro – ma Spalletti non ne fa una questione di soldi («io sono un uomo fortunato e la bistecca per ogni giorno della mia vita ce l’ho assicurata»), forse di un’empatia che è andata un po’ sparendo, di un clima che va rasserenato, di idee che vanno sistemate sul tavolo. Perché prevenire è sempre meglio che curare.
Fonte: CdS