A casa di Alex. Quel Meret tanto discusso appena la scorsa estate, appena qualche mese fa. Quel ragazzo spesso accusato di poca personalità e che invece ne ha dimostrata tanta, prendendosi, con caparbietà, il posto che riteneva fosse suo. Reagendo e superando proprio “quell’estate” ha dimostrato quanto, in molti, si fossero sbagliati. Ed ora può diventare Campione d’Italia a casa sua. Scrive il Mattino:
“Tra un «Ricomincio da tre» e uno «Scusate il ritardo», ora si infila un titolo di Paolo Sorrentino, «This must be the place», dev’essere questo il posto, Friuli, dove lavora come osservatore Andrea Carnevale, il piede del gol decisivo nel 10 maggio 87. Questo è il filo più spesso, ma non è l’unico a legare il Napoli a questa terra di frontiera. Qui c’è casa Meret, lo scudetto nella sua Udine sarebbe il trionfo del calcolo delle improbabilità. Non doveva succedere qui, non doveva esserci lui. Se tutto fosse andato secondo le misteriose vie del calciomercato, Alex sarebbe dentro la maglia numero 1 dello Spezia, a giocarsi la salvezza. Il Napoli in estate s’era fatto venire dei dubbi, cercava Kepa, flirtava con Keylor Navas. Adesso si trova a un punto di distanza dal traguardo con un campione d’Europa che diventa il primo portiere italiano titolare a mettere le mani sullo scudetto, cinque anni dopo Buffon, e alla fine di una parentesi piena di Szczesny, Handanovic e Maignan. Così precoce, all’età di 26 anni, in serie A non ci riusciva più nessuno da quando Buffon ne aveva 25, era il 2003.”