A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Andrea Dossena, allenatore del Renate ed ex calciatore, tra le altre, di Napoli e Udinese:
È uno Scudetto che parte da lontano?
“È stato un successo step by step. Il presidente ha cercato di mettere tasselli sempre più importanti anno dopo anno. L’avvento di Mazzarri ha valorizzato i calciatori azzurri, ponendo delle basi al club per poter iniziare il percorso di crescita dei partenopei. Il cambio di Sarri invece ha garantito mentalità e gioco fondamentali per la squadra, giovando anche del lavoro svolto da Walter. In un lungo processo di crescita il Napoli è divenuto un club di spessore non soltanto a livello nazionale. Soprattutto, i calciatori hanno assunto la consapevolezza di poter vincere ed aspirare al titolo”.
Quanto è importante questo tricolore per Luciano Spalletti?
“Credo sia la ciliegina sulla torta di una carriera ottima che oggi diviene fantastica. Vincere è difficile ovunque, sia nelle categorie inferiori che in Russia. Spalletti ci era quasi riuscito con la Roma pur guidando una squadra che non era la favorita, come oggi con gli azzurri. Metodologia e lavoro gli hanno consentito di essere in cima. Sarò di parte ma penso che non ci sia soddisfazione migliore che laurearsi Campione d’Italia con il Napoli. Non nego che invidio i calciatori. Chiunque abbia indossato la maglia azzurra ha nutrito il sogno di vivere giornate come queste”.
Quanto pensa abbiano inciso i cambi nel pareggio contro la Salernitana?
“Quando si sceglie di cambiare qualcosa si incide sempre sulla gara. L’unico appunto che posso fare al mister è la scelta di non aver optato per il turnover, anche in virtù di un margine considerevole in classifica, nel momento cruciale della stagione. Ciò detto, la Salernitana è una squadra viva ed in lotta per non retrocedere. Probabilmente gli azzurri hanno pagato anche un po’ di entusiasmo. È un pareggio che non toglie nulla dello straordinario campionato dei partenopei”.
Ci sono responsabilità sulla rete di Dia?
“Mi sento di dare un 40% di colpe a Juan Jesus. Bisogna ammettere sia stata una giocata straordinaria da parte del calciatore granata”
Che Udinese si aspetta?
“L’Udinese ha sinora svolto un grande campionato, disimpegnandosi in prestazioni di grande intensità. I bianconeri sono calciatore di notevole fisicità e velocità, e possono colpire soprattutto nei calci piazzati. Un avversario da non prendere sottogamba che, forse, potrebbe giocarsi ancora le sue chance di qualificarsi in Europa se l’Inter vincesse la Coppa Italia”.
Chi è il simbolo di questa vittoria?
“Trovarne uno è complicato. Tra i calciatori potrei menzionare Kim. Sostituire Koulibaly non era assolutamente semplice. Il senegalese era un pilastro, tra i migliori difensori d’Europa e sembra quasi non esserci stata una sostituzione nel ruolo. In tal senso c’è stato un vero e proprio colpo di genio di Giuntoli, vero fattore del mercato estivo degli azzurri. Va sottolineata anche la capacità del presidente di sapersi avvalere della professionalità di dirigenti lungimiranti”