Al Napoli adesso manca un solo punticino per avere la matematica certezza della conquista del suo terzo scudetto.
Si è giocata ieri alle ore 15 allo stadio “Diego Armando Maradona” la sfida tra il Napoli e la Salernitana, valida per la 32 giornata di campionato di serie A. Uno scudetto che i partenopei hanno accarezzato per una ventina di minuti (dal gol di Olivera al pareggio di Dia) ma che in realtà, nonostante il clima di grande festa in città, ieri non è ancora arrivato matematicamente.
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- Il de profundis: ascoltando i commenti televisivi, ma anche tastando l’umore dei tifosi nelle ore successive al pareggio, sembra quasi che il Napoli avesse rimesso in discussione il proprio scudetto (come è successo ad esempio in Inghilterra all’ Arsenal). Diciotto punti sulla Lazio seconda e sconfitta ieri in casa dell’Inter. Allora manca giusto un punto ed ogni momento potrà essere giusto per festeggiare la vittoria di una squadra epica che, nonostante l’evidente calo fisico delle ultime settimane, non ha mai messo in discussione il titolo. In parte ha ragione Lucio, prorogare la festa è una dolcissima agonia…
- Le colpe: ascoltando le dichiarazioni in settimana degli addetti ai lavori di altri club (Lazio e Salernitana su tutti) sembra che la decisione di rinviare Napoli-Salernitana sia stata una richiesta univoca del club. Ritorniamo invece alla realtà delle cose mettendo da parte tutte queste teorie fantasiose. Inter-Lazio alle 12:30 è stata programmata dalla Lega serie A un mese fa (a tutte le società fanno comodo i proventi dei diritti tv salvo poi lamentarsi quando perdono). Mentre lo spostamento del derby campano è stato imposto dal Prefetto per ragioni di ordine pubblico. Questa voglia di parlare di un certo “potere Napoli” dopo le nefandezze arbitrali di Napoli-Milan in Champions sembra davvero pretestuoso ad ogni livello. Come gli juventini che invece di leccarsi i gomiti perché Aureliano non li ha ridotti in dieci per un gesto vigliacco di Gatti, si lamentano dell’arbitraggio della settimana scorsa.
- La responsabilità sociale: vorrei ora toccare un tema davvero serio e importante alla vigilia della ormai prossima conquista del terzo scudetto, ovvero quello dei festeggiamenti e della gestione dell’ordine pubblico. Già perché va benissimo spostare la partita, organizzare percorsi predefiniti e scegliere le giuste piazze di raccolta dei tantissimi tifosi. È perfetto anche prorogare le corse dei mezzi di trasporto per favorire gli assembramenti in modo civile. Ma tutto ciò a mio avviso non basta perché nella giornata di ieri, sin dalla mattina, sono stati segnalati diversi collassi e disagi a tutti i livelli. Allora il mio appello è alla città di Napoli in tutte le sue componenti. Che questa resti una festa eccezionale per celebrare i propri eroi sul campo dopo trentatré anni e che Napoli dimostri di essere uno splendido esempio nei comportamenti da tenere. Si è sempre detto che bisogna saper perdere, ma a mio avviso, è molto più difficile dimostrare di saper vincere…
- Le domande del futuro: premessa doverosa il Napoli ha disputato la miglior stagione della sua storia (lunga quasi cento anni). Scudetto in ghiaccio da febbraio e ingresso per la prima volta tra le magnifiche otto in Europa. Detto questo, proviamo ad essere costruttivi e non distruttivi per far sì che si possa continuare a restare competitivi per tanti anni ancora. E allora poniamoci delle domande “giuste” a partire dal suo condottiero Luciano Spalletti (senza dubbio per me il più grande tra gli allenatori arrivati all’ombra del Vesuvio). Perché questa squadra da due anni fa fatica in casa (lo scorso anno Empoli, Spezia, Fiorentina e Milan tutte corsare al Maradona hanno escluso prematuramente il Napoli dalla lotta per il titolo)? Altro quesito è sulla precaria condizione fisica dei partenopei che, pur avendo messo in ghiaccio il titolo con largo anticipo, nel mese di Aprile hanno palesato un forte calo. Infine mi chiedo perché continuare a insistere su calciatori che sono davvero a terra (Lozano e Zielinski su tutti) invece che puntare su altri (Elmas e Raspadori) col morale in crescita? Non farei invece drammi sul (pessimo) cambio Olivera-Juan Jesus perché sulla fascia sinistra la coperta oggi è cortissima a causa dell’infortunio di Mario Rui. Attenzione queste critiche nascono da chi ha una stima immensa per il tecnico di Certaldo e a cui rinnoverebbe il contratto a vita. Ma tutti possono imparare per evitare di cadere sempre negli stessi errori.
Articolo a cura di Marco Lepore