Antonio Corbo, editorialista de la “Repubblica”, è intervenuto a Radio Marte nel corso di “Forza Napoli Sempre” condotto da Gianluca Gifuni: «Ritengo che se non c’è emergenza non sia il caso di spostare la partita con la Salernitana per creare la contemporaneità con Inter-Lazio. Artemio Franchi diceva che nel calcio se c’è immobilismo è progresso. Se le regole non cambiano è un modo per andare avanti. I tifosi che festeggeranno dovranno mettere in valigia la buona educazione, la compostezza e partecipare ad un folklore frenato, sobrio; bisogna divertirsi e riflettere sull’importanza di questo scudetto per progredire e cogliere significati. La bellezza di questo scudetto è l’immagine che ha dato il Napoli di compostezza, serietà, non ci sono state polemiche, sbavature, cadute di stile; non ci sono stati gol fantasma rubati, non un rigore falsato. Per me chiudere a Torino con la Juventus, storica avversaria, è stata una grande soddisfazione a capo di una stagione esemplare perché c’è stata sobrietà degli ingaggi, passione sincera da parte dei protagonisti. Abbiamo il capitano, Di Lorenzo mi sembra un campione di stile, buon senso, di civiltà, di contegno. Questo scudetto, inoltre, ha coinvolto molti ragazzi e quindi i nostri nipoti ed il tifo di domani. Un’onda nuova che si è appassionata al Napoli, compra i gadgets e, secondo me, questi sono i valori di uno scudetto. A Napoli nessuno piange o parla di complotto, come ha scritto Cazzullo sul Corriere della Sera. Basta guardare la compostezza, la sobrietà del nuovo sindaco di Napoli, che rappresenta il napoletano modello. Come sono napoletani moderni, sobri tutti quelli che sono ai vertici della società milanese e Milano è piena di Napoletani che occupano posti di primo livello ma nessuno si lamenta. Posso svelare che forse neanche Spalletti credeva in questa squadra, come ci ricordano le sue dichiarazioni di inizio anno. E noi con lui, nessuno pensava che Kvara potesse esplodere in questo modo, così Kim e gli altri. Spalletti otterrà il primo scudetto in Italia ma non bisogna dimenticare, né aver paura, della spartizione dei meriti. Abbiamo un presidente che si è accorto, anche sulle riflessioni di Vettosi, che questa squadra aveva un bilancio improduttivo perché c’era troppo spazio agli ingaggi e uno “sbilancio” tra i risultati ottenuti sul campo ed i soldi spesi dalla società. Il tutto è stato riequilibrato. Attuato questo ritorno alla sobrietà e all’equilibrio dei conti, il