Filantropi si nasce e Faouzi Ghoulam è nato così, guardando sempre al fianco di se stesso, possibilmente alla sua destra, spingendosi al di là della normalità, cercando in sé ciò che poteva offrire a chiunque altro. Per otto anni, a Napoli, è stata la luce «sinistra», un’eleganza a tratti maestosa lasciata sfilare fuori dal campo, ma in quel caso silenziosamente, in quella solidarietà avvertita a pelle. E poi giocando, nelle falcate sciantose e nel fascino del portamento, nascondeva sempre un assist che calcisticamente è un gesto d’altruismo. La sera in cui piombò nell’ombra, certo non lo poteva s apere che sarebbe cominciato un calvario: sorrise (amaro ) . E quando per quattro volte è entrato in sala operatoria, ha sempre alzato gli occhi al cielo n o n per proteggersi ma per ringraziare. Lo fa pure ora che è tornato su una terrazza di Napoli a gustarsi l’orizzonte, sapendo che c’è sempre qualcosa da donare, anche uno sguardo benefico alla sorte.
Juventus-Napoli cosa ricorda a Ghoulam?
«Il giorno più bello dei mei anni in Italia, la vittoria nella finale di Supercoppa a Doha, una partita spaziale».
La Juventus è anche altro.
«Lo scudetto del 2018. Quello che, sbagliando, si sostiene perdemmo in albergo a Firenze. 91 punti non furono sufficienti».
Che effetto le ha fatto tornare a Napoli?
«Io non sono mai andato via. E mi arrabbio quando dicono che qui si piange due volte, quando si arriva e quando si parte. Io sono arrivato e sono andato via felice, sapendo che sarei tornato sempre. Venni senza saperne niente o poco, perché casa mia tutti amiamo Maradona, ma non conoscevo Napoli da dentro».
Il destino è stato malvagio con lei…
«Il medico che mi operava è rimasto senza lavoro».
Nel 2017 chi erano i tre più forti esterni bassi al mondo?
«Marcelo e Alex Sandro sicuramente, il terzo si può scegliere».
Lei non metterebbe «quel» Ghoulam, per umiltà...
«Lei mi guarda con simpatia».
Pensa mai alla sera con il City?
«Ho tante belle immagini a cui aggrapparmi. Napoli mi ha fatto star bene nell’anima».
Non le piace parlarne, ma Ghoulam pure fuori dal campo è stato un esempio.
«Ho fatto ciò che sentivo con Koulibaly. A Napoli. Piccole restituzioni d’affetto verso una terra che ci ha accolto come figli. Adesso, con altri partner giovani con cui condividiamo gli stessi valori, abbiamo creato Live Mana, un’azienda che produce bevande energetiche e altro ancora. La distribuzione è già attiva in Africa. Ridistribuiremo i proventi per aiutare i giovani di Paesi in cui si avverte la necessità di un aiuto, dove c’è maggiore bisogno. Questa è l’idea che ci piace e che vogliamo sostenere».
E’ andato in Francia ma il «giovane» Ghoulam ora viaggia oltre i 32.
«Spero di avere qualcosa da dare e l’Angers me ne ha offerto la possibilità. So che resterò nel calcio, magari da allenatore, vice di Koulibaly semmai. Parlandone, ci è venuta questa tentazione ispirata da Gattuso. Con lui c’è un legame forte».
Con gli allenatori lei ha sempre avuto feeling.
«Bisogna rispettare gli uomini e i ruoli. Loro hanno questo mandato: scegliere. E noi calciatori dobbiamo accettare ed eseguire. Io so che Benitez mi ha voluto e non smetterò mai di dirgli grazie; che Sarri ha avuto un ruolo nella storia del club; che Ancelotti è uno dei più grandi; che con Gattuso si è creato rapporto fortissimo; e che Spalletti è straordinario e lo sta dimostrando. Io ho avuto qualcosa da ognuno di loro».
A Napoli sta per succedere tutto adesso, a un anno dalla rivoluzione.
«Koulibaly, Mertens e Insigne sono stati i calciatori più rappresentativi di quest’epoca, ma il ciclo era finito. Bisogna ammetterlo. Non ci sono stati tradimenti, andava voltata pagina».
Eventualmente vada come sembra, a chi apparterrà questo scudetto.
«E’ lo scudetto di Napoli, una città speciale, eccezionale. E’ lo scudetto del Napoli, una società fantastica che ha saputo sempre contrastare l’eterno dominio della Juve. E’ lo scudetto dei calciatori, dell’allenatore, del direttore. Non so se si aprirà un ciclo, ma questo successo è meritato, annunciato e programmato. E questa è una squadra forte che resterà tale…».
Anche se venderanno Osimhen?
«Giuntoli saprà chi comprare, avete visto poi Kvara e Kim?».
Se dovesse succedere, sarà alla festa?
«Ma qui la festa durerà un anno, quindi potrò esserci quando voglio».
Fonte: CdS