In realtà, la traccia di squadra c’è, sta lì, è la fotografia di questi mesi pieni di Napoli, di calcio verticale, di codice-Spalletti; e si riparte dai sette-undicesimi che hanno rappresentato la sintesi d’un pensiero fatto e finito: restano fuori, sicuramente, Politano e Mario Rui; probabilmente, ma si vedrà stamani, anche Rrahmani; e, stavolta senza che intervenga il medico, può darsi che riposi un centrocampista, magari Zielinski, o anche no. Da casa, si faranno compagnia con il «Cholito» Simeone, un altro al quale la sorte ha rifilato un tackle nei muscoli, e poi avanti tutti, poggiandosi su Osimhen che giocando e allenandosi sta sempre meglio, che ha dovuto rinunciare all’andata dei quarti con il Milan e al ritorno si è presentato generosamente senza essere ancora lui al 100%, ma che non vuole sentir ragioni, non può mancare, perché per vincere le partite bisogna segnare e lui, che ne ha fatti ventisei, insegue quota trenta a cui poi aggiungere la lode.
Fonte e grafico CdS