Montella alla Gazzetta: “Napoli-Milan è una sfida tutta nuova, il vantaggio dell’andata si annulla”

Vincenzo Montella è reduce da una 5-0 roboante in casa con la sua Adana che gli ha permesso di eguagliare il record di 15 risultati utili in casa che resisteva dal 1977. E’ una delle tante medaglie che il tecnico italiano ha collezionato in questo biennio alla guida del club turco preso in corsa l’anno scorso in fondo alla classifica e portato sorprendentemente in alto. In questa stagione è sempre stato tra le prime in classifica e il quarto posto a +6 sulla quinta, lo pone tra i tecnici più apprezzati del campionato, non a caso è sul taccuino di Fenerbahce, Besiktas e Trabzonspor per il prossimo anno. Ma Montella, pur calato nella realtà turca, segue sempre il nostro calcio, figuriamoci se si tratta di una sfida Champions tra squadre che ha nel cuore per nascita ed esperienze professionali. Napoli-Milan la vedrà in tv da Adana.

L’infanzia a Castello di Cisterna, Napoli. Una carriera tra Italia ed Europa, Milan compreso. Tifa per una delle due?

«Sono contento perché passerà un’italiana. E’ una sfida tutta nuova, il vantaggio dell’andata si annulla. E mi aspetto anche uno stadio Maradona strapieno e che canterà dall’inizio alla fine».

Il risultato di mercoledì scorso non condizionerà?

«Impossibile fare calcoli. Sarà una partita aperta, per il Milan non avrebbe senso chiudersi in difesa. A determinare sarà un episodio, un colpo di classe».

Se l’aspetta più da Leao o da Kvaratskhelia?

«Rafa ci è andato vicino a San Siro. Ha giocate da campione vero, gli manca un po’ di continuità. Ma arriverà. E’ il giocatore perfetto per le esigenze del calcio moderno: velocità e tecnica».

E Kvara?

«Da subito si è capito che aveva colpi straordinari. Mi ha stupito per fame, continuità, voglia di mettersi a disposizione. C’è il merito dell’allenatore, che ha saputo coinvolgerlo, ma anche una sua predisposizione naturale».

Il ritorno di Osimhen sposterà l’equilibrio della partita?

«Credo di sì, per come attacca la profondità, per come riempie l’area e per le abilità nel gioco aereo. E poi perché aiuta la squadra anche quando la palla è degli altri: se non c’è, manca. Se c’è, sempre che sia in condizioni ideali, incide. Con lui il Napoli si riconosce di più, cambia il suo modo di giocare, come cambierà di conseguenza per il Milan».

Il giro di attaccanti si chiude con Giroud: credeva potesse diventare la punta di riferimento del Milan?

«Sì, me l’aspettavo così, è un campione abituato ormai da anni a vincere. Giocatori con una mentalità simile incidono nel comportamento della squadra».

Vuol dire che questo Milan, con Giroud, Theo e gli altri, ha fatto pesare l’esperienza?

«All’andata sì, è successo. Il Milan ne ha tratto beneficio, al contrario il Napoli ha pagato in personalità. Si è innervosito troppo. Così ha perso per squalifica Kim e Anguissa, due pedine importanti per la fisicità che portano, ma non fondamentali come Osimhen. Sostituirli sarà più facile».

Come mantenere la calma?

«Non ripeteranno l’errore del secondo tempo di Milano. E sono certo che anche Spalletti sarà bravo a gestire la tensione della sua squadra; lui sì, ha esperienza internazionale da vendere. Ha dimostrato ancora una volta di essere un allenatore straordinario. Tutto il Napoli merita applausi».

E per Pioli e il Milan?

«Bravissimi anche loro. La loro crescita costante è il frutto di una abile programmazione societaria. Pioli ha aggiunto mentalità, coesione, convinzione».

 

Fonte: Gazzetta

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