CDS – Raspadori in ombra con il Verona: le sue parole al termine del match

Non si resta quarantadue giorni fuori da tutto, senza ritrovarsi poi costretto a rincorrere se stesso, mica il tempo perduto. E non si diventa di nuovo un giocatore così d’incanto, mettendo semplicemente assieme minuti: è una questione di gambe, lo è anche di testa, però Raspadori si è dovuto fermare a lungo, troppo per i suoi gusti, e adesso che vorrebbe fare cose a lui familiari, sa bene che dovrà aspettare. «Lavoro sempre al massimo per aiutare la squadra ma ho dovuto rinunciare a parecchie partite e per esprimermi al 100% si sa che servirà pazienza».

Non si diventa, di nuovo, Raspadori, dalla sera al mattino: in fin dei conti, mettendo assieme il rientro con il Milan, la trasferta di Lecce, l’apparizione a San Siro e questa serata brulla con il Verona, si arriva a 174′, però inseguendo la condizione, la brillantezza e pure quella empatia fatalmente smarrita, che brillantezza che standosene davanti, come centravanti, se non c’è sembra quasi «condannarti» a mostrare le lacune.

PUNTA. «Ma io da prima punta ci sto bene. Per natura mi sento attaccante con caratteristiche diverse rispetto a quelli classici. Il Verona ci ha lasciato pochi spazi; io ho cercato di uscire dalla chiusura dei difensori ma è andata così. Ora dobbiamo resettare e ripartire con entusiasmo».

CHAMPIONS. È già cominciata «la partita», forse persino prima di andare ad affrontare il Verona, ed è quella la dolce ossessione del Napoli e di Raspadori, ormai, consapevoli che in una notte c’è un’altra Storia da riscrivere.
«A Milano abbiamo giocato un’ottima partita. Siamo consapevoli dei nostri mezzi, martedì avremo il pubblico dalla nostra parte, ci impegneremo come sempre, senza pensare che le cose arrivino da soli. E poi c’è Osimhen che è pronto».

 

 

Fonte: CDS

Napolinews
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