Ai microfoni di Tuttomercatoweb, Emanuele Calaiò, attaccante della doppia promozione dei partenopei dalla Serie C alla A, dice la sua su Milan-Napoli:
Il Napoli senza Osimhen perde tanto?
“Sicuramente senza di lui per il Napoli è più difficile. Con lui la squadra ha più variazioni tattiche, più fisicità, più velocità in verticale mentre con Raspadori si deve cambiare modo di giocare. Quest’ultimo è bravo a legare il gioco ma non è un giocatore che può sfruttare la profondità: è rapido ma non ha la falcata di Osimhen. E poi se il Napoli voleva puntare sui cross senza Osimhen non lo può fare. Di conseguenza sarà un Napoli di tecnica, velocità e palleggio. La squadra dovrà fare la partita perfetta per tenere la qualificazione in bilico, anche un pareggio sarà buono per poi giocarsela tutta al ‘Maradona”.
Per il Milan un grande vantaggio senza il nigeriano, lo si è visto già in campionato
“Per me la partita del ‘Maradona’ fu strana: il Napoli più brutto della stagione contro il Milan più bello della stagione. Pioli ha fatto un grande lavoro tattico chiudendo tutti gli spazi centrali. Ricordiamoci che il Milan è il campione uscente del campionato, è sempre una grande squadra e se si accedono quei 3-4 giocatori di livello ti può mettere in difficoltà. Campionato e Champions sono due cose separate: serve la mentalità, la freddezza e le motivazioni. E gestire i momenti della partita. Il Napoli farà una partita maschia di temperamento e una tecnicamente con un grande possesso palla cercando di sfruttare i pochi palloni che il Milan gli lascerà a disposizione”.
Chi può essere l’uomo della partita?
“Tra Milan, Inter, Juventus e Napoli c’è una differenza, ossia che le prime tre si appoggiano sulle individualità. Nel caso del Milan dico Leao, Théo Hernandez, Tonali. L’Inter si appoggia a Lukaku e Lautaro, la Juve a Di Maria. Il Napoli è una squadra più corale e anche senza le individualità sono riusciti spesso a trovare la situazione. Quindi nel caso degli azzurri non mi aspetto il singolo che fa migliorare la squadra, bensì il collettivo. Poi, ci sono comunque elementi come Kvaratskhelia, che non danno punti di riferimento e sono imprevedibili, ma è il Napoli inteso come squadra nel complesso che può fare la differenza”.