Elisabetta Esposito, giornalista, ha parlato ai microfoni di Radio Crc, alla trasmissione Si Gonfia La Rete.
“Tensione e divisioni all’interno della stessa tifoseria ci sono non solo a Napoli, gli scontri in Curva però sono accaduti solo a Napoli. Dal punto di vista della società, la posizione è particolarmente dura perché quando rievoca Thatcher, sappiamo che i metodi usati sono molto duri e nemmeno così efficaci perché in Inghilterra hanno superato tutto. De Laurentiis ha mandato un messaggio chiaro: dopo anni di chiacchiere, è il momento della stretta seria contro determinate violenze spesso legate al mondo Ultras. E’ difficile individuare i tifosi soprattutto quando i cori provengono da tante persone e quindi spesso si tende a chiudere un settore.
Il questore di Napoli afferma che gli striscioni così come le bandiere non sono vietate, ma devono rispettare determinati criteri, tra cui quello di non essere infiammabili. La storia della dimensione appare un poco pretestuosa. Quando per portare una bandierina devi arrivare allo stadio mezzora prima che aprono i tornelli, vai a colpire un bambino non stai facendo una battaglia contro gli Ultras per cui bisogna essere giudiziosi e pensare nel concreto chi stai danneggiando. Il Maradona deve essere al massimo della sicurezza per tutelare le famiglie, ma bisogna anche saper stare al mondo.
In una gara come quella di Champions tra Napoli e Milan, i prezzi è vero che sono alti, ma in linea con quelli della Champions League, non mi serbano assurdi.
Al Maradona il Napoli non ha giocato, il Milan è entrato più convinto e nonostante si sottolineano i momenti di crisi ed i risultati altalenanti della squadra rossonera, va detto che i giocatori bravi, il Milan li ha. Il Napoli ha avuto una serata storta, non credo che le assenze possano avere un peso così importante, credo semplicemente che una sconfitta ci può stare. Non credo che ci sarà un contraccolpo, in Champions è tutta un’altra storia. Anzi, in chiave Champions questa sconfitta non ha fatto male: la gara del Maradona insegna che ogni gara va giocata al massimo. E se ci fosse stata una minima punta di presunzione di affrontare una squadra che sulla carta poteva sembrare abbordabile, questa mazzata l’ha spazzata via”.