L’avviso di Spalletti: «Napoli hai visto? Con Maldini scambi di opinione!»

Raccontarsela, ma come? Perché la testa, che adesso ondeggia nel vuoto, ignora la classifica, lascia da parte ogni tipo di calcolo a cui Spalletti si è sempre negato ed è orientata verso la Champions. Martedì 12 aprile si riprenderà, chissà da dove, se dal minuto zero o dal 90′, e può dirlo a se stesso solo il Napoli, che adesso sta lì, le mani nei capelli, incredulo per la sua nottata dell’horror, quattro gol e la percezione di aver dimenticato tutto – e proprio tutto – dinnanzi al Milan che lo ha “maltrattato”. Si fa in fretta a dire che il calcio sia solo organizzazione e talento, ma certe ferite rischiano di restare lì, incatenate nel labirinto della memoria, ed ora Spalletti dovrà dividersi tra la panchina e un lettino (per una seduta d’analisi) sul quale accomodarsi per aiutare il Napoli a dimenticare lo 0-4 con il Milan e a rielaborare il proprio calcio, quello che l’ha (quasi) eletto campione d’Italia. L’ora e mezza più inaspettata del suo biennio è un carico di stress da smaltire, ma soprattutto in versione Champions League, perché nove giorni volano e quello 0-4 ha fatto male, pure nella psicologia d’una capolista che per una volta – la terza in campionato, la quinta nel corso della stagione – si è ritrovata senza codici, senza praticamente nulla di sé.

Cosa cambia, adesso, Spalletti, se qualcosa cambia? 
«Ora ci sarà che qualcun altro dirà che non siamo avvantaggiati da questo turno di Champions League. Sembrava, ma mai secondo noi, che avessimo avuto buona sorte nel sorteggio. E invece no, l’ho detto anche alla vigilia che il faro della Champions rimette a posto i valori, e che il Milan è una grande squadra, capace di eliminare il Tottenham, di vincere il campionato appena a maggio scorso. Ora spero che ci sia chi pensi, come me, che non sarà per nulla semplice». 

Sedici gol in otto mesi e quattro in una serata.
«Il Milan ha fatto una grandissima prestazione, è partito forte, ha sfruttato tutte le situazioni che gli abbiamo concesso. Quando ci siamo allungati, hanno sfruttato gli spazi. Abbiamo giocato, ovviamente, sotto il nostro livello e i ragazzi, cercando di afferrare la partita, si sono sbilanciati». 

Non vi è riuscito niente di quello che sapete fare. 
«Abbiamo forzato spesso le giocate, non avevamo la qualità. Troppi palloni sprecati e buttati via».

Tatticamente il Milan è stato perfetto. 
«Volevamo andarli a prendere altissimi, potevamo farlo e ci abbiamo provato quando eravamo compatti. Gli abbiamo concesso il campo tra le linee, e il Milan è bravo. Ci hanno messo in difficoltà, uomo contro uomo, e non siamo riusciti a recuperare le giuste posizioni». 

Le Nazionali vi hanno tolto qualcosa? 
«Ci sta che qualcuno sia rimasto influenzato dalle fatiche delle ultime due settimane. Un po’ stanchi tornano, vero, ma questo è successo anche al Milan. Problemini ne abbiamo avuto, con Osimhen, con Olivera, forse siamo stati sfortunati ma i meriti dei rossoneri esistono».

C’è stato uno scontro con Maldini nell’intervallo…
«Stavo parlando con l’arbitro della ammonizione di Lobotka e lui è venuto ad abbracciarmi ed ha detto qualcosa, tipo: ti lamenti sempre. Ci siamo scambiato qualche opinione, tutto qua. Ma noi non abbiamo mai avuto un comportamento discutibile nei confronti dell’arbitro, che di fatti non mi ha mai richiamato. Tutto qua». 

 

Fonte: CdS

 

 

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