Il Mattino – Napoli-Milan, atto primo: Spalletti lancia un chiaro messaggio a tutti

Come certi amori, le parole di Spalletti fanno sempre giri immensi. È fatto così, per questo dopo Bianchi e Bigon entrerà nell’Olimpo degli allenatori che hanno vinto lo scudetto a Napoli: «La società ha una possibilità di prolungare il contratto. A me non interessa parlarne perché tutte le energie e pensieri devono andare verso una sola direzione». L’unico che non pronuncia la parola scudetto è lui. Tipo, l’ultimo samurai. Napoli-Milan, atto primo. De Laurentiis ha detto che resta, lui nulla se non restando nel vago. C’è Pioli, non c’è Osimhen, c’è la Curva che brontola e lui che sottolinea che quei tifosi gli mancheranno quasi quanto il nigeriano. Spalletti lancia Simeone: «Tocca a lui, Osimhen speriamo di recuperarlo per la Champions».
Spalletti, De Laurentiis ha detto che resta qui?
«Il contratto? Ho qualcosa di importante come obiettivo adesso che è determinante per la città di Napoli. Tutte le attenzioni devono andare solo in quella direzione. Sennò sarei poco napoletano. Non bisogna disperdere energie, o pensieri. Non voglio perdere tempo e concentrazione in altre cose che sono banali rispetto a quello che dobbiamo conquistare».
Quindi ha ancora qualche pensiero?
«La società ha la possibilità di prolungare il contratto visto che ha un’opzione di un altro anno, perché parlarne qui? Del contratto, ripeto, non mi importa niente. Mi importano solo il Napoli e i risultati del Napoli. Spero che il mio ragionamento sia anche quello dei calciatori. Sennò si rischia di creare confusione. Nello scorrere della vita attuale, ci deve essere un unico pensiero: portare a casa il risultato».
Stasera non c’è Osimhen.
«È un’assenza sicuramente importante, è inutile girarci intorno. Ma ha ragione Pioli quando ricorda che, senza di lui, abbiamo sempre vinto. Tutti hanno sopperito alla sua assenza con grande qualità».
Tocca a Simeone?
«Il Cholito conosce bene il suo mestiere. Gioca a calcio non solo con i piedi, ma con la testa. Ha avuto piccole fette di responsabilità finora e le ha sfruttate bene. Sarà a disposizione pure Raspadori che può essere utilizzato in qualsiasi momento della gara».
Ha visto in giro in città che entusiasmo che c’è?
«Racconta di una storia che non è stata ancora scritta. Vedere bandiere che sventolano da tutte le parti ci riempie di gioia e orgoglio ma è tutto illusorio. Tutti questi sventolamenti possono illudere e far perdere di vista la fatica che ancora bisogna fare. Perché bisogna ancora farne. Non crediamo di aver già vinto, noi non pensiamo alla prossima stagione, alle prossime partite. Questo modo di pensare se lo possono concedere solo i superficiali. E noi non lo siamo».
Quanto napoletano è diventato Spalletti?
«Sto cercando di migliorare il mio napoletano. Come detto al Premio Bearzot la città è talmente bella da impazzire a guardarla. Ma non dobbiamo lasciarci coinvolgere dai festeggiamenti».
Come si spiega questo grande distacco in classifica?
«L’anno scorso il campionato era ancora aperto a questo punto della stagione. Noi eravamo davanti con il Milan, c’erano pochi punti dalla seconda. Se adesso sono 19, vuol dire che il nostro percorso è straordinario, di certo non sono state mediocri le altre».
Le curve annunciano che resteranno in silenzio durante la partita con il Milan.
«Quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto con tutte le componenti, anche la vicinanza del pubblico. Quando una delle componenti ci viene a mancare siamo penalizzati. Capisco che sia difficile ma dobbiamo capire che in questa contrapposizione chi ci rimette è solo la squadra, si sta facendo un’azione che è contro la squadra. Che le curve non sostengano in una partita ci penalizza quasi quanto la mancanza di Osimhen e da un punto di vista mio non è giusto per la squadra. Poi non entro nel merito di chi ha ragione e chi ha torto».

 

Fonte: Il Mattino

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