Di sfide epiche tra Napoli e Milan, Roberto Donadoni ne ha giocate parecchie negli Anni 80. Dribbling, invenzioni, gol partendo dalla fascia, alla Leao o alla Kvara. Nessuna di quelle partite da scudetto, però, ha mai fatto da anticamera a un quarto di finale di Champions. Si parte da qui e da una idea ben precisa: «La Champions è un’altra storia, ma fino a un certo punto – dice il doppio ex che da giocatore ha vinto tutto in rossonero e da allenatore ha guidato gli azzurri nel 2009 –. Se una delle due uscirà vincitrice dalla partita di domani, potrà contare su un pieno di convinzione incredibile in vista della la doppia sfida di Champions. Nessuno vorrà perdere questo Napoli-Milan, fidatevi».
Il georgiano impressiona alla prima stagione in Serie A. C’è il rischio che tra un anno soffra il peso della riconferma? «I rischi vanno sempre messi in conto, ma per la maturità e la cattiveria che Kvaratskhelia sta dimostrando non credo che possa far fatica in futuro».
Il Leao di questo 2023, invece, sembra un parente lontano di quello dello scudetto…«Diciamo prima di tutto che Leao rientra nella categoria di quei giocatori che prendono sempre l’iniziativa: al di là dei momenti che si possono vivere lungo una stagione, questo è un merito, perché significa sentire e prendersi la responsabilità di trascinare la squadra. Quello su cui deve lavorare Leao è la consapevolezza di dover crescere ancora, diventando più concreto davanti e più continuo nei 90 minuti. Se lo farà diventerà un giocatore straordinario».
Nodo rinnovo e posizione diversa nel 3-4-2-1 delle ultime partite: che cosa ha inciso di più sul calo di Leao? «Quando vai in campo, certi aspetti restano fuori. E da quello che leggo non mi sembra che il Milan non stia provando ad arrivare a un accordo per il rinnovo… Quanto al ruolo diverso degli ultimi tempi, sono convinto che Pioli, prima di cambiare, ne abbia parlato con Leao. A volte, per diventare meno prevedibile e offrire meno punti di riferimento agli avversari, cambiare ci sta: quando ti specializzi solo ed esclusivamente in una zona del campo, dopo anni di studio, chi ti affronta ha più armi per neutralizzarti. Riuscire a essere più duttile può diventare un vantaggio: penso che durante la crisi di risultati e di prestazioni Pioli abbia cercato nuove soluzioni per rilanciare tutti. Leao compreso, ovviamente. Torniamo al punto precedente: quando Rafa sarà più completo, diventerà un campione».
Fonte: Gazzetta