L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport ha commentato il momento di Kim Min-Jae tra Napoli e Nazionale:
Il retroscena Alla base del nervosismo le continue domande dei giornalisti coreani sul mercato e probabilmente anche il fatto che non gli sia stato risparmiato un solo minuto dal c.t. Klinsmann per due amichevoli non proprio fondamentali. Kim tiene al suo rapporto con Napoli e il Napoli. E questo è garanzia di serietà, al di là di voci alimentate anche da suoi agenti sulla possibilità di cambiare casacca (Psg su tutti) pagando la clausola che gli consentirà di andare all’estero ma solo pagando al Napoli fra l’1 e il 15 luglio una indennità variabile che può toccare i 60 milioni di euro. Kim queste voci le ha smentite più volte. E c’è da credere a ciò che dice, per la coerenza che poi dimostra in campo con tutto il suo impegno.
Che si sia scusato per qualche parola fraintesa è segno di rispetto per i suoi connazionali, ma che un atleta – dopo aver fatto in campo il suo dovere con la nazionale – sottolinei di voler pensare solo al proprio club per vincere scudetto e Champions è ulteriore segno di serietà professionale. E va ricordato che l’idillio vero fra la tifoseria azzurra e il campione sudcoreano è scattato quando dopo la partita vinta contro l’Udinese, per un suo errore nel finale che poteva compromettere la vittoria, sentì il bisogno di scrivere: «Vorrei esprimere le mie più profonde scuse ai miei compagni di squadra e ai tifosi. Siamo riusciti a vincere solo grazie a loro. Ma gli errori mi renderanno solo più forte. La prossima volta aiuterò meglio la squadra».
Da applausi. Intanto oggi Spalletti non vede l’ora di abbracciarlo, per chiedergli come sta, se domenica si sente pronto per affrontare il Milan. La risposta sarà affermativa perché l’uomo è di spessore e generoso. E nella sfida di andata a San Siro, il suo salvataggio finale su Brahim Diaz, con un urlo pazzesco di esultanza, rimane fra le immagini più forti. Urla ancora Kim.
Fonte: La Gazzetta dello Sport