30Per capire l’importanza di Di Lorenzo nella macchina perfetta messa a punto da Spalletti, basta dare un’occhiata ai tabellini del Napoli da agosto a oggi: il numero 22 è presenza fissa nelle formazioni iniziali tra A e Champions, l’unico in tutta la rosa. Di Lorenzo le ha giocate tutte, e quasi tutte fino fischio finale (sostituito solo con Sassuolo, Ajax e Rangers tra il 79’ e l’86’). È uno dei pupilli di Spalletti che appena può ne decanta qualità umane oltre che tecnico-tattiche e per questo dall’estate ha deciso di affidargli la fascia di capitano. Nel Napoli l’esterno destro difensivo è costruttore di gioco, che tocca tantissimi palloni nella metà campo avversaria e – di partita in partita – tara la propria posizione anche secondo lo schieramento avversario. Come e più dei compagni, il lucchese ha recepito gli insegnamenti dell’allenatore che punta a sfruttare gli spazi che concedono gli avversari e su questo lavora ossessivamente in allenamento. Di Lorenzo in Champions ha segnato di testa con l’Ajax e con un’incursione in area contro l’Eintracht (premiato come miglior gol della settimana), tanto per rendere l’idea. Ma è l’azione del 3-0 a Torino uno dei movimenti più spettacolari ed efficaci del capitano, che partendo dalla sua zona è diventato il direttore di orchestra in un concerto di automatismi, sovrapposizioni e tocchi in sequenza che ha coinvolto anche Anguissa, Kvaratskhelia, Olivera e Osimhen (finalizzatore finale con il colpo di testa vincente). Fonte: Gazzetta