Enrico Fedele, dirigente sportivo, è intervenuto a Radio Marte nel corso di “Forza Napoli Sempre” condotto da Gianluca Gifuni: «A me non piacciono le polemiche. In merito al fallo di mano in Inter-Juventus, se partiamo dalla malafede che ogni arbitro e ogni Var prende decisioni in base ai colori per i quali tiene o ha soggezione allora è meglio che chiudiamo. Mi dà fastidio che si possa pensare che c’è un puparo che muove, a noi che stiamo nel calcio, come vuole lui. Il fatto che Rocchi, designatore, renderà pubbliche le conversazioni tra l’arbitro Chiffi e il Var, dove c’erano Mazzoleni e Piccinini, sarebbe un grande passo avanti perché l’omertà degli arbitri è stata solo un’altra prova di diffidenza che ha fatto scaturire un sacco di dubbi. Sul rinnovo di Spalletti io credo sia stato un proclama fatto dal presidente; forse sarebbe stato meglio farlo insieme a Spalletti. Se io voglio fare un annuncio questo deve essere bilaterale. Poi io gli allenatori li cambierei sempre dopo due anni. Giuntoli credo che abbia dimostrato il suo valore perché uomo di campo. Kvaratskhelia, invece, deve avere un premio, un riconoscimento economico. Poi ci sono tante altre cose che bollono in pentola. Quelli che dicono di preferire tra i rinnovi di Spalletti, Kvara e Giuntoli quest’ultimo hanno ragione. Il presidente però lo deve lasciar parlare e decidere perché Giuntoli è uomo di campo e capisce il calcio. Le lotte tra comuni si facevano molti secoli fa quindi ritengo che chi vive a Salerno e tifa Napoli possa festeggiare il terzo scudetto azzurro. Anche perché non è che la vittoria di una squadra offuschi il blasone dell’altra. Kim ha una clausola rescissoria che non può rifiutare. La clausola non viene fatta dalla società ma dal giocatore. È quest’ultimo infatti a pagarla e quindi c’è bisogno per forza della sua volontà. È il calciatore a proporsi ad una squadra. Noi abbiamo sofferto due squadre, Milan e Inter. Certo in questo momento, sulla carta, non ci dovrebbe essere partita almeno sul piano del gioco perché il Milan è in un momento di crisi, almeno apparente»