U. Chiariello, giornalista: “Rispetto per i granata, ma bisogna fare festa insieme”

A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio Umberto Chiariello, è intervenuto con il suo editoriale: “Il tema di oggi è il comunicato dei tifosi della Curva Sud della Salernitana, in previsione dello scudetto del Napoli. Si tratta di un comunicato identitario, di orgogliosa affermazione dell’identità granata, il fatto però che l’invito perentorio ai tifosi napoletani che sono presenti nella città di Salerno e nella provincia, di festeggiare a casa propria e di non fare manifestazioni pubbliche di giubilo, è inaccettabile da ogni punto di vista. Perché? Cominciamo a stabilire una cosa. Salerno non è una città a sé, come possono essere Firenze o Bologna, ma fanno parte della Campania, esattamente lo stesso territorio dove inerisce Napoli. Nelle varie province, si assume un accento, una connotazione, qualche parola cambia, ma di fondo si parla il napoletano in tutta la Campania. Quando si va in giro per il mondo, ti chiamano ‘Napoli’ e molti dicono ‘sono di Napoli’ e scopri che sono della provincia, anche di Salerno, una parte di essi hanno anche come prefisso telefonico 081. C’è poi un fatto storico: questa rivalità è provincialismo becero, antistorico, dannoso. Questi comunicati di chiusura a chi servono? A cosa servono? Il meraviglioso pubblico dell’Arechi resta tale, l’anno scorso hanno dimostrato tanto a differenza della crisi d’amore verso il club dei tifosi napoletani. Quella è la ricchezza di Salerno, io ricordo il Vestuti quando lottava per salire in Serie B senza successo, Salerno ha il suo pubblico, i suoi tifosi che sono meravigliosi, come tutti i pubblici identitari del mondo. Cos’è successo in tanti anni? Salerno è Campania, Napoli ha 6 milioni di tifosi in tutto il mondo occidentale, oltre ciò esistono i simpatizzanti, 83 milioni nel mondo occidentale. Togliendo i 10 anni di Sibilia in Serie A con l’Avellino, in cui c’è stata rivalità tra Napoli e Avelino, per il resto l’Avellino si barcamenava tra Serie C e Serie B; il Benevento, prima di Vigorito, faceva tra Serie D e Serie C; la Casertana è scomparsa da anni, la Serie A non l’ha mai visto. Veniamo ai granata: per tanti anni, la Serie B è stata vista come meta inarrivabile. La prima volta che ci siamo affrontati in Serie A è stato l’anno scorso, c’è stato qualche precedente solo in Serie B. Allora dov’è la rivalità? Può mai essercene? Può il Monza sentirsi rivale di Milan e Inter? La storia non è questa. Il Monza combatte dei derby regionali con Milan e Inter, ma non certo da rivale. I milanisti che vivono a Monza, l’anno scorso, sono scesi a festeggiare e nessuno gliel’ha proibito. Se i tifosi del Napoli spontaneamente scendono in piazza, non lo fanno per prendere in giro nessuno, ma per identità regionale. Quando la Salernitana era in Serie C, a Salerno la gente si prendeva, come squadra del cuore di Serie A, una tra Juventus, Milan, Inter e Napoli. Il mio sogno è che si festeggi il 29 aprile, che si vada in piazza tutti insieme, bandiere granata e azzurre per festeggiare salvezza e scudetto. Questo è bello: la cuginanza, la vicinanza del Sud, questo è bello, non vietare libertà individuali. Chi scenderà in piazza lo farà perché dopo 33 anni hanno vinto uno scudetto. Lo sport è fatto di grandi duelli e uno prende parte per uno, anziché un altro. Volete proibire, a chi ha Napoli nel cuore, di festeggiare in nome di una presunta identità che già avete e va rispettata? Non ci siamo. Il vostro è oscurantismo, limitazione delle libertà personali, massimo rispetto per i colori granata, uscite dal vostro provincialismo stupido, apritevi al mondo, apritevi ad una grande festa”.

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Fonte: Radio Napoli Centrale

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