Quando Aurelio De Laurentiis sale sul palco, nella sala dei Baroni dove stanno per consegnare il «Bearzot», intorno a sé c’è una Napoli composta nei suoi colori, calda dentro e vibrante ma con moderazione fuori, sente l’aria d’una primavera che le appartiene per intero, si gode i bagliori d’una felicità che implode e sta negli sguardi appagati della gente. «Quest’avventura bellissima è partita 18 anni fa. Ricordo che da Los Angeles andavo in questi campetti del Sud a prendere sputi in testa e a chiudermi negli spogliatoi, pensai: che carriera! E (sorrisino..) la mia famiglia era contentissima. Ma alla fine mia moglie è diventata tifosissima, si strappa i capelli quando gioca il Napoli, non si può vedere la partita con lei mentre io sono “inglese” nell’approccio. Sono felice per il premio vinto da Spalletti. La mia è stata una felice intuizione».
Vicino al miliardo
E la sintesi della storia di una coppia che, nella convinzione popolare, sembrava destinata a scoppiare e invece sta ancora qui e se la spassa pur nella propria diversità caratteriale: anzi, è persino destinata a continuare, a prescindere da quell’opzione di rinnovo, da una pec che sa semplicemente di burocrazia, perché adesso entrano in gioco i sentimenti: «Spalletti resterà con noi».