Eugenio Albarella, preparatore atletico ex Napoli, Juventus, Emirati Arabi e Giappone, è intervenuto a Radio Marte in “Marte Sport Live” condotto da Dario Sarnataro.
«I 16 nazionali del Napoli in giro per il mondo sono un problema? Al di là delle problematiche di avere tanti nazionali, che riguarda anche altre squadre, specie quelle più forti, in questa finestra di marzo post mondiale, ahimè, in molte selezioni c’è il rischio ulteriore del noviziato, perché molte hanno cambiato i Ct, il che vuol dire che per i calciatori ci può essere un rischio di sovraccarico di tensione psicologica, dovendo dimostrare il proprio valore ai nuovi allenatori. Il calendario è colmo, ma del resto si tratta di partite valide per le qualificazioni europee o per la Coppa d’Africa. Oltre a ciò per il Napoli ci sono altre problematiche, che riguardano quegli atleti, asiatici e sudamericani, che oltre al noviziato – Kim con Klismann per esempio – bisogna sommare il fuso orario e il rincorrere il tempo nel momento in cui devono rientrare per mettersi a disposizione del club. Problema di affollamento del calendario internazionale? Senza dubbi e va affrontato dall’alto e non dal basso. Il calcio è lo sport più seguito per eccellenza, circa 3.5 miliardi di tifosi hanno seguito l’ultimo Mondiale. Le organizzazioni stanno affollando il calendario, il caos totale è servito. Una buona soluzione potrebbe essere quella di focalizzare in determinati periodi le competizioni, per alternare momenti di frequenza di competizioni a momenti di rigenerazione, solo così si possono avere prodotti buoni, anche più appetibili per i clienti, ovvero per i tifosi».