Claudio Bordon, preparatore atletico, è intervenuto a Forza Napoli Sempre, condotto da Gianluca Gifuni, sulle frequenze di Radio Marte:
«Quanto conta questa sosta ai fini della preparazione? Il lavoro fatto non si tocca. Quello che faranno sarà cercare di affinare e compensare i lavori con le valutazioni alle quali sono sottoposti i calciatori. Così correggeranno il lavoro soprattutto individuale. In questo momento il Napoli gioca un calcio meraviglioso, corre a memoria, corre molto bene e di conseguenza, in merito alla preparazione, come dicevo, non credo che faranno grandi cose. Sarà un problema dell’allenatore mantenere la concentrazione e l’applicazione, cose che non mancano. Poi non dimentichiamo che vincere aiuta a vincere, aumenta la consapevolezza e l’autostima, di conseguenza puoi portare in campo qualche carica energetica in più che ti può dare una grossa mano. La cosa del Napoli che mi ha colpito è la grande affidabilità di squadra che ti dà la possibilità di vedere una squadra spettacolare che segna parecchi gol; segnano in tanti, hanno dei fenomeni in campo, sono ordinati ed in maniera incredibile si percepisce anche da fuori che sono un gruppo fantastico. Per quanto riguarda la preparazione, visto che siamo a fine campionato, ritengo sia giusto dare respiro a quei calciatori che hanno giocato di più, anche se credo che abbiano ruotato molto bene. Spalletti e lo staff hanno gestito in maniera impeccabile la squadra. In questo periodo tutte le squadre hanno un calo. Inoltre la sosta dei mondiali per qualcuno è stata importante per qualcun altro no. È chiaro che i calciatori impegnati nel Mondiale fino alla fine sono più scarichi mentalmente. A differenza degli anni passati, poi, i professionisti hanno una preparazione tale e sono supportati da strumenti all’avanguardia che, dopo soste stressanti, riprendono in maniera egregia i giocatori. Forse in Inghilterra sono leggermente più avanti nelle strutture e nel modo di lavorare. Sotto questo aspetto dobbiamo prendere esempio da chi ne sa di più ma non dobbiamo pensare di essere inferiori agli altri»