Il Torino, alla vigilia della sfida contro la capolista, era reduce da un ottimo periodo di forma con le due vittorie consecutive.
Si è giocata ieri pomeriggio alle ore 15:00 presso lo stadio “Olimpico” di Torino la sfida tra i padroni di casa e il Napoli, valida per la 27° giornata del campionato di serie A. I granata di Ivan Juric sono una squadra scorbutica e tosta da affrontare grazie soprattutto al loro pressing asfissiante, per questo alla vigilia Luciano Spalletti aveva predicato calma e concentrazione solo sul campionato senza pensare assolutamente ai quarti di finale di Champions League. Alla fine, ancora una volta, i partenopei hanno dilagato infierendo a povero malcapitato Torino un nettissimo 4-0, che si aggiunge alle due agevoli vittorie casalinghe contro Atalanta (CLICCA QUI PER A MENTE FREDDA NAPOLI-ATALANTA) ed Eintracht Francoforte.
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- Tre metri sopra il cielo: tutti ricordiamo l’immagine di mercoledì scorso in cui Anguissa si lascia andare a un’espressione di sorpresa per l’incredibile colpo di frusta con la testa del “marziano mascherato” che risponde al nome di Victor Osimhen. Ecco diciamo che il nigeriano anche ieri ha voluto ribadire per altre due volte la la sua straripante superiorità nell’elevarsi in volo e insaccare. Morale della favola altre due reti in cascina (e con queste fanno 21 in serie A rinforzando la propria leadership nella classifica marcatori) al Torino e l’ennesima conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che Victor sia il calciatore nettamente più forte della serie A 2022/23. Con buona pace dei poveri dimariani!!!
- I quindici minuti: la forza e la superiorità dei partenopei in quasi tutte le gare disputate quest’anno è evidente agli occhi anche dei più estremisti tra gli antinapoli. Eppure nel corso della stagione è anche capitato (seppure in tre o quattro circostanze al massimo) di dover soffrire la veemenza e la voglia di far male da parte degli avversari. E ieri va riconosciuto che il Torino, dopo lo svantaggio del 9′, ha provato a fornire una reazione tutt’altro che banale con alcune conclusioni che hanno chiamato in causa il solito attento Meret ma anche la dea bendata (palo di Sanabria). Da questi benedetti quindici minuti portiamoci a casa due considerazioni: Spalletti ha ragione a dire che il suo Napoli non sa gestire per cui deve sempre giocare a mille e, soprattutto, che essere usciti indenni dall’Olimpico in quei frangenti è l’ennesimo segnale che la stagione sia proprio quella giusta…
- Il karma: una volta quelle di Torino e Napoli erano tifoserie gemellate e accomunate dall’ “odio” (SEMPRE E SOLO SPORTIVO) verso la Juventus. Oggi purtroppo questi gemellaggi sono merce rara e quasi sempre finalizzati ad unire le forze per colpire qualcuno (a proposito ci sono notizie di quei “gentiluomini” tedeschi preannunciati alla vigilia anche sotto la Mole, e soprattutto se gli stessi abbiano anche un lavoro invece di essere sempre in giro a rovinare da Nord a Sud il nostro belpaese?). E così ieri mentre i diecimila supporters partenopei cantavano i loro proverbiali cori a celebrare l’ennesima impresa, una parte granata (solo quella becera) ha continuato ad incitare l’eruzione del Vesuvio. Ma, si sa, il Karma torna sempre indietro e allora nello stesso frangente in cui si offendeva la città di Napoli, Osimhen bucava per la terza volta Milikovic-Savic zittendo nuovamente i soliti poveri frustrati, tornati a casa a testa bassa e con quattro reti sul groppone.
- La prova convincente: se più volte abbiamo raccontato come tra Lazio e Atalanta si sia sentita (e non poco) la mancanza di Mario Rui, va detto che ieri il suo alter ego Mathias Olivera ha giocato una delle migliori gare in assoluto con la maglia azzurra. Sempre un pochino troppo timido nei primi minuti e con un piede certamente meno educato rispetto al numero 6, l’uruguaiano però è dotato di una fisicità in grado di poter fare a sportellate contro i granata senza demeritare affatto. E la stessa rete del 3-0 nasce con un suo morbido e preciso assist per Osimhen. Si sapeva che questa sarebbe stata una stagione di apprendistato (come per altri come Ostigard, Gaetano e persino per lo stesso Raspadori), ma Olivera ha tutto per continuare il suo percorso di crescita, soprattutto in termini di personalità.
- I sassi di Lucio: a Napoli da un pò di settimane ci si domanda se sia più decisivo Kvaratskhelia, Osimhen o perchè no Kim. In realtà a nostro avviso la risposta più corretta l’ha data proprio nella conferenza stampa alla vigilia del match il tecnico dei granata Ivan Juric. Già perchè l’ex Verona ha citato come veri fuoriclasse assoluti in casa partenopea il Direttore Sportivo Cristiano Giuntoli e il coach Luciano Spalletti. Senza nulla togliere al D.S., stavolta vorrei soffermarmi sul tecnico di Certaldo, sempre troppo sottovalutato dagli addetti ai lavori, proprio come fanno quei capi mediocri che preferiscono chiudere gli occhi piuttosto che valorizzare le proprie risorse migliori. Già perchè Lucio a breve potrà finalmente raccogliere le meritate soddisfazioni di una carriera che, a scanso di equivoci, è già di altissimo livello per i risultati ottenuti in proporzione al valore delle rose allenate. Ha rivendicato dieci giorni fa che questa squadra anche con gli interpreti dello scorso anno avrebbe potuto in questa stagione raccogliere quanto seminato nel suo primo anno di gestione. E anche ieri si è tolto un’altra “pietra” bella grossa dalla scarpa nei confronti del “vento mediatico” che a novembre ha sfruttato la sosta dei mondiali per spirare nella “direzione del potere nordico” e provare a scalfire le nuove certezze partenopee acquisite sul campo con merito. Ma Lucio e i suoi ragazzi non hanno mai tremato e, nelle rarissime cadute in stagione, sono ripartiti ancora più forte per non lasciarsi indietro alcuna scoria. E così ora che il piano è ormai miseramente fallito, gli stessi avvoltoi (giornali dai colori tenui, o reti televisive a temi monotematici e striscianti) sono pronti a salire sul carro dei vincitori per monetizzare la passione che l’onda azzurra porterà. Ennesimo errore di sottovalutazione perchè a Napoli nisciun e fess!!!
Articolo a cura di Marco Lepore