Antico esodo verso Torino dei tifosi azzurri, migliaia sparsi nello stadio

  L’ultima volta, fu proprio tanto ma tanto ma tanto tempo fa: 8 gennaio, ne sono passate di partite e di trasferte da quella domenica, «macchiata» dolorosamente da incidenti sull’autostrada del sole all’area di servizio di Badia al Pino. I tifosi del Napoli andavano verso Genova, quelli della Roma puntavano su Milano, e prima ancora che il caffé rendesse tutti nervosi, anzi violenti, si scatenò l’inferno: A1 bloccata, Paese troncato in due, con scene da guerriglia e l’ennesima pagina sporca di un calcio che non ha mai smesso di farsi mancare la vergogna. I settori ospiti sono stati chiusi per due mesi, sempre, con divieto di vendita di biglietti ai residenti in Campania, ma il Napoli non è comunque mai stato seriamente solo: a Reggio Emilia, con il Sassuolo, riempirono lo stadio i residenti al Nord; ad Empoli, pure. A Torino, si ricomincia dopo settanta giorni e con una migrazione di massa: millecinquecento tagliandi acquistati per l’angolo che viene concesso ai napoletani ma almeno altri ottomila sostenitori previsti tra tribuna e distinti. Lo dice la media più recente della prevendita, che stavolta procede per toccare quota ventiseimila spettatori, mentre in genere si arriva intorno ai diciottomila.  Fonte: CdS

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