Spalletti nel post gara: “Ieri non sempre qualitativi ma lucidi al punto giusto”

AdL si complimenta con la squadra, Zielinski non teme nessuno al sorteggio

La felicità è un cinguettio che sfila nella notte e mentre il «Maradona» sta ancora urlando al cielo, Aurelio De Laurentiis dà il senso di quelle emozioni. «Per la prima volta nei quarti di finale di Champions. Il viaggio del Napoli continua. Bravi tutti!». Non era mai successo, in 97 anni di Storia: non c’era riuscito Maradona, il più grande di tutti; c’era andato vicino Mazzarri, con i suoi scugnizzi sfrontati; poi, ogni volta, come se risucchiati dall’inferno, gli ottavi erano rimasti l’ultima frontiera. Ma stavolta c’è dell’altro, c’è un’impresa densa di Bellezza, c’è un football che abbaglia, c’è una squadra che sposta l’Eintracht Francoforte (la vincitrice dell’ultima Europa League) e con il 3-0 di un’ora e mezza da «fantacalcio», aggiunge allo 0-2 dell’andata un’altra manifestazione di superiorità. Questo è il Napoli che no limits, il poster della modernità e anche dell’eleganza di Piotr Zielinski, il De Bruyne de noantri che ha sistemato – e definitivamente – la ceralacca sulla nottata ed ha provveduto anche a far pace con se stesso dal dischetto.

Questo è un Napoli che è rimasto spensierato, leggero ma ha smesso di essere brutalmente timido nei momenti importanti della propria esistenza e che adesso, attraverso lo sguardo feroce di Zielinski, ammette senza prudenza di credere in qualcosa. «Penso di si che le altre squadre, chiunque, possano aver paura di noi, perché faranno fatica a fare risultato e perché noi possiamo fare grandi cose».

Questo è un Napoli che ha dentro di sé un cuore che batte e un cervello che l’illumina, è l’evoluzione di una filosofia societaria – espressa in diciannove anni ripetutamente – e però adesso anche l’esplosione di un’Idea fantasiosa che sottolinea la genialità di Spalletti: «Questo è un grosso risultato ma sarà fondamentale in futuro mantenere l’atteggiamento di stasera. All’inizio non siamo stati qualitativi ma sempre lucidi e non abbiamo concesso niente».

Questo è il Napoli che Pep Guardiola ha appena investito di responsabilità alte, prima ancora che arrivasse il 3-0 sull’Eintracht, restando anche lui incantato dallo splendore di quel calcio che Spalletti gli ha trasmesso: «È un giochino che non mi rende orgoglioso. Si fa mettere pressione. I complimenti sono per quello che ha fatto la squadra. Ma poi che facciamo, si mette il Napoli davanti al Manchester City? Loro spendono novecento milioni e noi nove. È un modo per tentare di farti cadere». 

 

NESSUNO COME LUI

Questo è il Napoli che segna un’epoca, che ha messo le mani sullo scudetto e adesso può aspettare il sorteggio: «Preferenze non ne ho, siccome abbiamo raggiunto un traguardo storico che non ha precedenti, grandissimo, e ce lo godiamo».

Questo è il Napoli che è di tanti, anzi di tutti, ma che stavolta Osimhen si è portato a spasso, con un gol surreale, doppiato con la sua vorace normalità: «Victor è fortissimo: a volte ha delle interpretazioni da solista con strappi ed aperture che ora sta legando. E possiamo essere solo contenti di tutto quello che realizzando. Già con l’Atalanta aveva fatto salire la squadra dimostrando pulizia. Ed è un comportamento esemplare ed essenziale». 

 

Fonte: CdS

 

 

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