NAPOLI – Il titolo del New York Times dedicato a Kvara vale da sé a spiegare quanto e cosa questo ragazzo georgiano di 22 anni stia seminando in azzurro, in Europa e nel mondo. Finanche dove il calcio si chiama soccer e ad agitare le folle siano più che altro un disco da hockey, la palla ovale del football, quella a spicchi del basket o quella mini del baseball: « Il nuovo artista del Napoli condivide il suo segreto , “ l a libertà è la mia firma ” » . L’artista libero, anarchico e rivoluzionario di nome Khvicha ha conquistato gli States. La Grande Mela. E quando accadono cose del genere, beh, significa che la storia è davvero grossa. E’ una storia vera: « Da quando sono arrivato mi è sembrato di vivere un sogno » , ha detto lui.
IL VOLO
E allora, Kvara va in città. New York City, un simbolo: certe attenzioni sono dedicate soltanto alle stelle. Ed è proprio così che lo definisce il NY Times: « Kvaratskhelia è diventato una star in nove mesi. Con questo talento straordinario, le cose possono soltanto migliorare » , si legge.
Parola a Khvicha: « L’inizio sembrava un sogno, ma poi ho dovuto ricordare a me stesso che si trattava della realtà e che avrei dovuto trovare dentro di me la forza per viverla. Sono grato alle persone per ogni gesto di amore e affetto che mi mostrano, per me è anche motivazione e ispirazione. È una responsabilità enorme. Devo dimostrare ogni partita che posso fare quello che ho promesso: quella libertà è la mia firma. È qualcosa che riconosco a me stesso: amo quello che faccio e giocare, in un certo senso, mi porta via » .
LA SQUADRA
E ancora. I suoi segreti: come si fa a essere Kvara? « Giochi con il cuore e con passione, ma giochi anche con il cervello. È più un qualcosa di consapevole che altro, basato su ciò che hai imparato in allenamento, sugli errori commessi in precedenza e sulle opzioni che ci sono. Il modo in cui gioco è sia cuore sia pensiero e coscienza. Se non usi il cervello, non migliorerai mai. Credo che il mio gioco sia stato influenzato anche dal modo in cui le squadre avversarie ci hanno affrontato » .
Finale dedicato a Spalletti. Al primo incontro con lui: « Fu una bella chiacchierata: mi disse cosa avrei dovuto fare per la squadra. Abbiamo parlato molto di concentrarsi sul lavoro difensivo, di essere coinvolto nel sistema e dell’importanza dello spirito di squadra. Questa è la cosa veramente importante per lui: lo spirito » .
Fonte: CdS