Rien ne va plus. Il Napoli straccia il campionato, non c’è storia. L’Atalanta è impietrita dinnanzi allo strapotere tattico degli azzurri che, magari, non sono brillanti nel primo tempo, ma conservano una solidità difensiva impressionante. C’è tutto, in questo successo: a partire da un controllo delle emozioni da galacticos .Gasperini sbanda, poverino. Sono tre punti conquistati da una squadra che sa bene di essere cannibale: non lascia nulla, neppure le briciole. Possesso palla, tiri in porta e un bel po’ di pazienza. Il prodigio di Kvarashow, classe cristallina è unico ma la ripresa è straripante nonostante Anguissa (nel primo tempo) e Zielinski non brillino come in altre notti. Ma la forza è tutta qui: c’è una progetto che va al di là delle individualità. Sono 22 vittorie in 26 partite, è record europeo. Impressiona ogni cosa.
6,5 Gollini
Meret si ferma nel riscaldamento e per lui arriva improvviso l’ora dell’esordio: nel primo tempo uno qualsiasi dei 50mila del Maradona potrebbe stare al suo posto, non arriva l’ombra di un tiro. Al 72’, in una trentina di secondi, prima rinvia un tiro di Muriel e poi un colpo di testa di Zapata.
6,5 Di Lorenzo
De Roon mette potenza nel motore ma lui di certo non è meno timido per questo motivo. Anzi, la spinta sulla destra è costante anche se appare meno imprevedibile di altre volte anche perché sa bene che la faccenda tattica non è di poco conto e che i bergamaschi possono arrivare dalle sue parti ovunque.
7 Rrahmani
Duello di potenza con Zapata che viene servito con costanza con pallate spesso fastidiose. Lui non ci inciampa mai dentro e si fa un mazzo così, anche guidato dall’orgoglio. Come quando gli spunta Muriel dal suo lato. E si toglie pure lo sfizio del gol su colpo di testa, un classico ormai del suo repertorio di difensore.
7,5 Kim
Mattone della diga. Difensore prorompente, gioca come chi sa di avere doti quasi smisurate. Impeccabile in ogni frangente. Hojlund ci sbatte il muso. Ma l’azione che lo racconta meglio è quel contropiede in cui parte pure lui con lo slancio di un ragazzino. Poi gli tocca Zapata ma lui è straripante sempre. L’infortunio tiene in ansia.
5,5 Olivera
Mahele e Toloi decisamente lo trasformano in una specie di tallone di Achille per gran parte del primo tempo. Viene quasi preso di mira e lui è decisamente opaco nei tempi di reazione e questo lo costringe spesso al inseguire, anche perché sulla corsa altrui patisce troppo. Passi in avanti nella ripresa.
6,5 Anguissa
Scalvini prova ad azzannare le sue caviglie quando prova ad avanzare ed Ederson quasi lo costringe a girare spesso e volentieri a vuoto. Chissà forse non si aspettava avversari così tonici. Poi è lui che ruba la palla a centrocampo che aziona il break che porta al gol dell’1-0 della stella georgiana.
7 Lobotka
Pasalic è lì che galleggia nella terra che appare di nessuno e due sono lì che duellano che è un piacere. Forse la sfida più affascinante anche perché ognuno concede all’altro la gioia del palleggio: poi quando tutti attaccano e tutti difendono, trova la gioia di mostrare le sue doti.
5,5 Zielinski
De Roon chiude ogni spesso i suoi inserimenti. Cerca sempre il gioco di prestigio, ma fallisce la misura di molti passaggi. Gli viene chiesto di essere collante e cerniera, innesco e fantasia. Ci prova con ritmo superiore al consueto, lui di solito un po’ freddo. Perde qualche pallone importante.
6,5 Politano
Nel primo tempo ha le due occasioni migliori che Musso gli para anche perché i suoi tiri non sono impeccabili, Ruggeri non ha vita facile, perché si vede che ha voglia: il suo è un gioco di pulizia e nitidezza. E soprattutto di enorme ardore con quelle corse a tutto campo e quei recuperi in difesa.
7 Osimhen
Djmsiti non lo molla un attimo, lo segue ovunque in un formula antica col sapore di quelle belle marcature tipo Gentile su Maradona ma con molta meno ruvidezza. Poi si fa male e con Demiral le cose vanno assai meglio: straripante nel secondo tempo, sbaglia i gol e si infuria.
8 Kvaratskhelia
Tutti a destra, poi tutti a sinistra, poi ancora tutti a destra: quelli dell’Atalanta travolti dal balletto malefico del georgiano che fa zigzag col pallone. La magia del gol da favola. Mahele va quasi al manicomio per tenerlo, ma non ci riesce. Quando entra Zappacosta i buoi sono già fuori dalla stalla.
6 Elmas
Si piazza nel tridente, largo a destra: spesso tende ad accentrarsi e a muoversi quasi come se fosse una punta centrale. E’ suo il calcio d’angolo che Rrhamani mette in rete ma in generale il suo impatto è sicuramente positivo, anche perché corre da ogni parte.
6 Ndombele
Posizione da alter ego di Zielinski e quindi Scalvini gli dedica le solite attenzioni. Non è uno spettacolo vederlo trottarellare per il campo, sembra stanco a prescindere. Però prendergli palla non è proprio un gioco da ragazzi: gli stanno addosso proprio per via di quel passo lento, ma è tenace.
s.v. Jesus
Kim si ferma per un problema al polpaccio e lui si piazza là dietro dove si rende protagonista di un bel po’ di anticipi in area. Tende a staccarsi, a volta ricorda il libero di una volta quando c’è il possesso: non è preciso proprio come gli altri, ma neppure mai spaesato nonostante non giocasse da tempo.
s.v. Simeone
Gli si chiede sempre di avere l’occhio della tigre, come se fosse semplice essere un eterna riserva: chiaro, gioca davvero pochi secondi, non c’è traccia di nulla del suo passaggio con l’Atalanta. Ha bisogno di più tempo, non li troverà in questa stagione perché Osimhen non lascia neppure le briciole.
s.v. Zerbin
Pochi minuti giusto per fargli marcare la presenza. Sono questi i modi che Spalletti trova per mostrare la propria gratitudine a chi si impegna durante la settimana, si sacrifica e non chiede nulla. Sarà campione d’Italia, questo ragazzo che Giuntoli ha pescato al Carpi e che fa gola a tanti club.
Fonte: Il Mattino