Facciamo un nome solo: Kim, anche ieri gigantesco. In un solo boccone si è mangiato il giovane Hojlund e il vecchio Zapata, in crescita.
L’infortunio del sudcoreano (polpaccio) e quello di Meret (polso) sono le sole ombre della serata.
L’Atalanta ha giocato una partita dignitosa, specie nel primo tempo, ma è affondata ancora un po’ di più nelle sabbie mobili: quinta sconfitta e una sola vittoria nelle ultime sette partite.
Nell’era Gasperini una sola volta la Dea aveva messo in fila tre partite senza gol, nel lontano ottobre 2018.
È questo che impressiona, più della classifica e dell’Europa che vola via come un palloncino bucato: da anni associamo la Dea all’idea di bellezza, di allegria offensiva; sembrava corresse su un campo in discesa, ora arranca in salita e in porta non arriva mai.
Al Gasp che l’ha creata così affascinante, il compito di svegliarla in fretta, prima che il palloncino sparisca tra le nuvole.
Fonte: Gazzetta