José Peseiro apre la finestra e vede Napoli. «Sono arrivato ieri. Oggi sarò allo stadio per la sfida con l’Atalanta». İn prima fila per i suoi gioielli, Osimhen e Lookman: il primo ha segnato 19 gol, l’altro è già a 12 reti al primo anno in Italia. «Sono fortunato». Peseiro allena la Nigeria da maggio 2022 dopo aver girato il mondo: Venezuela, Arabia Saudita, Grecia, Romania. Nel 2012 ha festeggiato lo sciagurato cucchiaio di Maicosuel davanti a Guidolin, con l’Udinese fuori dalla Champions e lui ai gironi con il Braga. Stasera si godrà il big match con attenzione.
Peseiro, di chi è più fiero?«È come scegliere tra mamma e papà. Osimhen sta rendendo straordinarie le cose più semplici. Gli ho appena parlato, ma ci messaggiamo di continuo. Mi scrive dopo ogni allenamento».
Insomma, ci tiene parecchio. «Vive con l’idea di diventare il miglior attaccante al mondo, ed è già tra i primi. Cos’è che non sa fare? Fisicamente è dominante, calcia forte, è bravo di testa, quando lo marchi non sai mai dove si gira. Deve migliorare la gestione del pallone, ma ha 24 anni. C’è tempo».
Ha parlato con Spalletti? «Sì, anche col d.s. Giuntoli. Hanno contribuito a renderlo la macchina che è. Gli ho fatto i complimenti e dato l’in bocca al lupo per lo scudetto. So che a Napoli la scaramanzia è una cosa seria, non mi sbilancio».
Il punto di forza di Osimhen? «Non conoscere la pressione. Mantiene i nervi saldi in ogni circostanza, e questo l’ha imparato in Serie A. Non molla un centimetro, poi. Negli ultimi mesi ha incassato diversi colpi, ma pur di giocare lo fa con una maschera. A Napoli sono pazzi di lui. E io non posso che essere contento. Voglio vincere la Coppa d’Africa».
Si aspettava l’exploit di Lookman? «Sono felice che abbia scelto la Nigeria. Fino a qualche anno fa giocava nelle giovanili inglesi, è entrato in un’Academy solo a 15 anni. Per me non è una sorpresa, ma prima di arrivare in Italia non aveva mai segnato così tanto».
Merito di Gasperini, stavolta. «Ovviamente. Bergamo è l’ambiente ideale per crescere».
Il segreto di Ademola, invece? «La velocità di pensiero e il dribbling. Lui e Osimhen sono diversi: uno è potenza, l’altro è rapidità, ma si completano. Sono fiero di vederli sfidarsi, è un bene per la mia Nigeria».
Che tra l’altro ha diversi giocatori in Serie A. «Questo è fondamentale. Dessers della Cremonese, Aina del Toro, Ebuehi dell’Empoli, Ezhibue e Success dell’Udinese e… Okoli dell’Atalanta, ora con l’Under 21 azzurra. Mi piacerebbe se scegliesse la Nigeria. Chissà, magari tramite Lookman»
Fonte: Gazzetta