Alla luce degli avvenimenti attuali, che vedono un Napoli lanciatissimo verso il terzo Scudetto della sua storia, fa assolutamente impressione la statistica relativa alla stagione 2020/21, la prima in azzurro di Amir Rrahmani: per debuttare agli ordini di Gennaro Gattuso, il difensore kosovaro dovette aspettare addirittura il 3 gennaio, mentre il primo gettone da titolare arrivò una settimana più tardi ad Udine.
La partita dell’ex Verona durò soltanto un tempo, il primo, quando permise a Lasagna di involarsi verso la rete del momentaneo 1-1 con uno scellerato retropassaggio verso Meret: un biglietto da visita pessimo verso i suoi nuovi tifosi.
Eppure Rrahmani ha saputo rimettersi in sesto, costruendo la sua personale scalata che lo ha visto prima togliere il posto a Manolas accanto a Koulibaly e, ora, formare assieme a Kim una delle coppie di centrali difensivi più forti dell’intera Serie A, di sicuro la meno perforata con appena 15 goal al passivo nelle prime 24 giornate.
Nemmeno l’infortunio agli adduttori rimediato in autunno, che non gli ha permesso di scendere in campo nell’ultimo mese pre-Mondiali, ha fermato Rrahmani, tornato nel nuovo anno in occasione del k.o. di San Siro contro l’Inter: una prestazione non positiva ma accostabile a quella di tutta la squadra, in una serata storta a livello generale e resa pessima dall’elevazione di Dzeko, lasciato troppo libero di colpire proprio dal kosovaro.
Poco male per Rrahmani, tornato anche a timbrare il cartellino al ‘Maradona’ nel momento di massima esaltazione azzurra, e cioè nel 5-1 rifilato alla Juventus il 13 gennaio scorso che lo ha attestato a livelli nuovamente altissimi nonostante la presenza di un nuovo partner di reparto: una dolce ‘scoperta’ per il Napoli e i suoi tifosi.
Fonte: goal.com