Carlo Alvino, giornalista di Radio Kiss Kiss Napoli, ha parlato a “Santo Catenaccio” podcast condotto da Alberto Caccia e Michelangelo Freda. Queste alcune sue dichiarazioni:
“Il tricolore che il Napoli si appresta a vincere, e lo dico nonostante la mia scaramanzia, è figlio della programmazione, del progetto e della costruzione a tavolino. A differenza del primo scudetto, che fu figlio di Maradona e di una rivalsa sociale del Sud, questo è completamente diverso: è costruito all’università del calcio. C’è stato un Presidente che non ha sbagliato nulla nei suoi anni di gestione, tranne quelle rarissime volte in cui si è fatto prendere dagli umori della piazza.
Onestamente non mi aspettavo un Napoli così strabordante. Ero sicuramente fiducioso e in estate dispensavo tranquillità nei ritiri pre-campionato circa l’esito di questa stagione, ma idealmente immaginavo il Napoli nel lotto delle formazioni capaci di giocarsi una qualificazione in Champions League. Gli azzurri sono andati oltre più rosea aspettativa, hanno distrutto il campionato, lo hanno ammazzato con numeri da record: miglior difesa, miglior attacco, maggiori clean-sheet e tanto altro. Migliorandosi finanche dopo la sosta, quando in molti li pronosticavano scricchiolanti o in caduta libera, ripresi dalle avversarie. Credo che tutto ciò abbia sorpreso anche Spalletti e De Laurentiis; quello che il Napoli sta facendo va oltre umana immaginazione.
Quest’anno Aurelio De Laurentiis ha rivoluzionato il Napoli totalmente e vince con grande merito uno Scudetto con programmazione, se dovesse arrivare anche una semifinale Champions sarà ulteriormente qualcosa di eccezionale. Vale tanto tutto ciò perchè sta avvenendo al Sud, dove è difficile sempre in qualsiasi categoria e contesto.
Mi piacerebbe che il Napoli diventi modello di un calcio sostenibile, italiano prima ed europeo poi. Dimenticano le follie economiche che si sono tramutate in tanti fallimenti. Uno dei nostri più grandi difetti al Sud è la mancanza del concetto del fare sistema fra di noi. Purtroppo ci autopenalizziamo perchè abbiamo sempre privilegiato il campanile ad una visione strategica e di sistema. Faccio riferimento alla nostra Campania Felix, fertile di ingegno, grandi calciatori e fertile in altri settori.
Pensa se il Napoli fosse capofila con società storiche che hanno fatto e scritto pagine indelebili del calcio italiano, sarebbe straordinario. Subito dopo il Napoli, non me ne vogliano gli amici di Salerno, in Campania resta l’Avellino la squadra di riferimento. Forse per l’età che ho, forse per i dieci anni di Serie A che ho vissuto dei biancoverdi, in Campania ho sempre avuto come riferimento la squadra biancoverde.
Poi ovviamente c’è da considerare subito dopo la Salernitana, che con Jervolino ha alzato l’asticella delle sue ambizioni, lo stesso Benevento nonostante il suo ultimo saliscendi, ma penso anche alla Casertana – purtroppo scomparsa dagli alti livelli – e penso a tante altre società gloriose e storiche come la Juve Stabia, Nocerina, Cavese e tutte le altre.
Se ci fosse sul serio voglia di creare un progetto e fare sistema diventiamo una potenza imbattibile. L’ingegno, la scaltrezza, l’intelligenza e il saper fare le cose meglio degli altri è sempre un marchio di fabbrica della gente del Sud”.