C ’ era un giorno d’estate. Una volta, a inizio luglio 2022, un attimo prima del ritiro di Dimaro e un attimo dopo l’esplosione della contestazione di un popolo frastornato dai dubbi e dagli addii. Sì: Insigne, Ghoulam e Ospina erano già il passato, Koulibaly lo sarebbe diventato nel giro di due settimane e con Mertens erano volate soltanto parole grosse via mail. Il caos: e lui, Cristiano Giuntoli, era al mare. Bagno Teresita, Viareggio, il solito: il telefono che squilla, il ds che dice di essere un po’ impegnato e l’uomo dei bomboloni alla crema che urla e lo tradisce. «Beh, mi sto rilassando un po’». Nel pieno della rivoluzione? «C’è una calma, siamo così sereni: non faccio nulla, credetemi. La squadra è a posto così». La confusione, in effetti, era soltanto apparente: il Napoli aveva riscattato Anguissa, preso ufficialmente Kvaratskhelia e ufficiosamente Kim e Ostigard, aveva bloccato Simeone e navigava sott’acqua per Raspadori e Navas. Il metodo-Giuntoli è questo: anticipo, programmazione, filmati, migliaia di telefonate, il fiuto innato. E il depistaggio, le bugie: tante, troppe. Vecchia scuola. Fonte: CdS