La grande scalata del Napoli di De Laurentiis partì con lui in panchina, Edy Reja, l’allenatore della doppia promozione consecutiva dalla serie C alla A (2005-2006 e 2006-2007), da una settimana direttore tecnico del Nova Gorica, formazione della massima serie slovena, dopo l’ultima sua precedente esperienza da ct dell’Albania. «Nel mio periodo furono gettate le basi, cominciò la crescita del Napoli di De Laurentiis che ora è arrivato all’apoteosi. Il presidente ha compiuto un vero capolavoro, il completamento di uno straordinario lavoro compiuto negli anni in cui sono stati sempre centrati gli obiettivi. Questo Napoli è davvero un qualcosa di esagerato».
Cioè? «Esagerato nel senso che non si era mai visto qualcosa del genere in serie A con una squadra prima in classifica con questo distacco sulla seconda: questo Napoli è la migliore squadra della storia del calcio italiano. Ce ne sono state tante, penso all’Inter e alla Juve vincenti, al Milan di Sacchi, al Napoli di Maradona: ma nessuna è mai arrivata a questi livelli di gioco».
A Empoli un’altra prova di forza, l’ennesima di questa splendida stagione degli azzurri di Spalletti: cosa l’ha colpita di più dell’ultimo successo al “Castellani”? «L’ennesima conferma di una squadra perfettamente organizzata, che gioca a memoria e non ha rischiato nulla anche in dieci con l’Empoli che non è mai riuscito a rendersi pericoloso. Stesso discorso per l’ultima partita di Champions a Francoforte: l’Eintracht è riuscito a fare qualcosa solo nei primi venti minuti, poi gli azzurri hanno dominato senza concedere più nulla. Questo Napoli è davvero un piacere vederlo giocare, Spalletti ha compiuto un lavoro fantastico».
Cosa le sta piacendo di più del lavoro di Spalletti? «Tutto, il Napoli gioca in maniera perfetta, attacca benissimo e tutti rientrano quando c’è da difendere. C’è un armonia straordinaria nel gruppo e Spalletti è stato bravissimo a tirare fuori il meglio da tutti: penso a Lobotka ma anche a Rrahmani, Lozano, Zielinski. Ora c’è una continuità di rendimento di tutti gli azzurri».
Ripartiamo dall’inizio dell’era De Laurentiis dagli anni della serie C: quale erano le sue sensazioni?
«Avevo capito subito che De Laurentiis avrebbe fatto grandi cose: erano queste le sue intenzioni e ci è riuscito. Ogni anno il Napoli è cresciuto tenendo sempre i conti a posto ed è l’unica squadra italiana che si è confermata stabilmente da tanti anni nelle coppe europee: sono cambiati allenatori e calciatori e gli azzurri sono rimasti sempre agli stessi livelli. De Laurentiis è il vertice della piramide di un club in cui lavorano tutti uomini determinanti, ai miei tempi c’era Marino, ora c’è il direttore sportivo Giuntoli».
Quali sono le emozioni che porterà sempre dentro della sua esperienza napoletana? «Le emozioni sono state tante. Innanzitutto la gioia nel giorno in cui conquistammo la promozione in serie A, ricordo ancora la festa incredibile a Napoli quando tornammo da Genova, il giro con il pullman scoperto a mezzanotte. E poi di emozioni ce ne sono state tante a cominciare dallo stadio San Paolo pieno in serie C con 60mila spettatori. In quel campionato c’erano trasferte in cui subivamo insulti, non è mai semplice vincere, noi riuscimmo a centrare la promozione in B il secondo anno».
E quanto fu bello e difficile vincere il campionato di B? «Fu bellissimo perchè il Napoli tornò a casa sua e cioè in serie A. E fu difficile perchè quell’anno il campionato di B era di livello molto alto e c’era anche la Juventus. Tutti ricordi bellissimi e io resterò sempre un tifoso del Napoli: lo scudetto pensavo potesse vincerlo nel 2108 con Sarri allenatore e ci andò molto vicino. Ora deve solo completare il percorso».
Qual è il modo per completare l’opera nel migliore dei modi? «Il Napoli deve proseguire con questa mentalità che ha trasferito Spalletti e continuare a giocare con quest’intensità: è una squadra che non gestisce mai il risultato e attacca sempre anche quando è avanti di 2 o tre gol. E questo sta permettendo agli azzurri di brillare anche in Champions League dove si viaggia a una velocità doppia».
Napoli protagonista anche in Champions League, dove potrà arrivare in Europa? «La squadra di Spalletti ha dato lezioni di calcio dappertutto, anche in Champions, a cominciare dal 6-1 all’Ajax e sta dominando fuori casa come aveva fatto in passato il Milan di Sacchi: le uniche squadre italiane a riuscirci in Europa anche sotto il profilo del gioco. Può arrivare nelle semifinali e poi si vedrà, dipenderà anche dai sorteggi tenendo presente la forza di Real Madrid, Manchester City, Bayern Monaco ma il Napoli potrà dire la sua anche contro questi squadroni».
Osimhen con 19 gol è il capocannoniere della serie A e va a segno da otto partite consecutive: come definirebbe il centravanti nigeriano? «Stellare. Trascina la squadra, il pubblico, corre, pressa, scatta, difende e fa gol. Un centravanti fortissimo, completo, attacca gli spazi, lega il gioco di squadra, è straordinario di testa».
L’altra stella in attacco è Kvaratskhelia, il grande colpo estivo del club azzurro: il georgiano è riuscito a imporsi al suo primo anno nel campionato di serie A e non è mai stato semplice per nessuno.
«Kvaratskhelia lo conoscevo già, l’avevo studiato nelle partite che aveva giocato la Georgia perchè avremmo poi dovuta affrontarla in amichevole con l’Albania: con il match analyst Rossi lo studiammo in ogni minimo dettaglio. È un grandissimo calciatore, un fenomeno con la palla tra i piedi che non riesci mai a togliergliela: ogni sua giocata è determinante sia quando fa un assist, oppure quando tira in porta».
In campionato si riparte dalla Lazio di Sarri, squadra sempre insidiosa? «Una squadra che gioca un bel calcio, crea opportunità in attacco e difende bene, una formazione pericolosa. Ma il Napoli di quest’anno girando sempre al massimo ha dimostrato di poter battere qualsiasi avversario».
E poi il Napoli affronterà un’altra sua ex squadra, l’Atalanta di Gasperini? «Gasperini è un altro maestro come Sarri. L’Atalanta da anni gioca un ottimo calcio, fatto di pressing, intensità e nello stesso tempo spettacolare. Sarà un’altra partita difficile ma vale lo stesso discorso fatto per la Lazio: il Napoli di quest’anno può vincere contro chiunque».
Fonte: Il Mattino