Il Mattino non perdona Mario Rui, il suo è un voto pessimo

Scrive Pino Taormina su Il Mattino:

“È praticamente ingombrante per tutti questa squadra incapace di non vincere, pronta ad adattamenti continui ma mai ad arretramenti di posizione o ambizione. Resta nella metà campo empolese pure con l’uomo in meno. Non si conquistano 21 vittorie, ovunque e contro chiunque, se non si è veri e pieni di cose da dire. Un Napoli dalla faccia cattiva, gli occhi iniettati di sangue. Divorano l’Empoli. E meno male che c’è stata la Champions” 

 

I suoi voti

6 Meret

 

Attento sulla conclusione di Henderson, poi abile con qualche respinta coi pugni, ma per il resto il primo tempo è di una banalità totale. E non succede nulla che gli possa creare qualche pensiero nella notte empolese, con le colline del Chianti che fanno da sfondo a un pomeriggio piuttosto tranquillo.

 

6,5 Di Lorenzo

 

Stretto in mezzo al campo, talvolta trae godimento a giocare quasi da play. Giostra da interno aggiunto in più circostanze, inizia l’azione in maniera pulita e costante. Innesca Lozano in più occasioni, ma tiene d’occhio e limita le sortite di Parisi che fa di tutto per mettersi in evidenza: buon controllo di ogni situazione.

 

6,5 Rrhamani

 

Nel primo tempo si limita a controllare i rari palloni che piovono dalle parti di Piccoli e Satriano anche perché le poche volte che l’Empoli prova ad invadere l’area azzurra, c’è un argine che non lo consente. Provvidenziale a murare Piccoli e poi la sua crescita è vertiginosa, come avviene sempre. Nel primo tempo si limita a controllare i rari palloni che piovono dalle parti di Piccoli e Satriano anche perché le poche volte che l’Empoli prova ad invadere l’area azzurra, c’è un argine che non lo consente. Provvidenziale a murare Piccoli e poi la sua crescita è vertiginosa, come avviene sempre.

 

6,5 Kim

 

Non solo una traversa: tiene a distanza Satriano senza particolari difficoltà dalla zona calda, sempre pulito nel cercare la prima impostazione, spettacolare ed essenziale negli anticipi tant’è che per il pubblico è un nuovo idolo. Anche con l’Empoli in superiorità, non perde mai le distanze dalla punta di casa.

 

4 Mario Rui

 

Ci vorrebbe una calma zen sul 2-0. E invece gli saltano i nervi, dà un calcione a Caputo e lascia la squadra in 10 negli ultimi 25 minuti. Eppure prima di andare in tilt, dà i tempi di gioco sull’out di sinistra e sfrutta la fascia aprendo varchi in asse con Zielinski e lavorando per allargare gli spazi a Kvaratskhelia.

 

6,5 Anguissa

 

Marin prova ad arginarne il raggio di azione, senza successo. È il camerunense a lavorare sui palloni avversari e tagliare i rifornimenti verso le punte, anche se qualche scivolone pure lo prende che non pare. Ma nella ripresa lievita e prende possesso di ogni cosa. Con il Napoli in 10 si vede quasi solo lui.

 

7,5 Lobotka

 

Sa anche cosa è masticare il pane duro e capisce che qui bisogna fare a sportellate. Sono in due a prenderlo, Baldanzi in prima battuta ed Henderson in seconda, provando a costruire una mini-gabbia che non lo rende mai poco illuminante: il pallone lo accarezza e dà alla squadra le garanzie di una banca svizzera.

 

7 Zielinski

 

Haas gli monta una guardia che il polacco aggira fin dai primi minuti giocando di prima: preciso nell’assist che fa sbandare Ismaijli. Regala velocità alla manovra quando raccoglie lo scarico da Mario Rui, ha brillantezza e una rinnovata voglia di mettersi sempre in mostra con cose poco banali e scontate.

 

6 Lozano

 

Gara complessa perché gli spazi a Empoli non solo quelli di Francoforte e poi Parisi pare proprio non aver paura: gli parte in faccia e lo costringe a profondi ripiegamenti: il messicano fa fatica a prendere le misure anche se è assai prezioso nel pressing. Poi cala, perché la stanchezza della Champions si sente.

 

6,5 Osimhen

 

Lasciarlo così solo? Puro masochismo. Che senso del gol, il più veloce a capire dove respinge Vicario sul tiro di Kvara. Ottava partita consecutiva a segno. Ma è uno sprecone sotto porta, come poche volte gli capita, cinico e cannibale com’è. Ha di bello che si arrabbia pure per un fallo di Ismajli che non gli viene chiamato.

 

7 Kvaratskhelia

 

Si prende le distanze da Ebuehi con la tecnica, la velocità ma anche il lavoro di sovrapposizione di Mario Rui. Semplicemente, inventa l’azione del gol del vantaggio con il destro a giro che porta all’autogol di Ismajli. Si ripete poco dopo con la conclusione respinta corta da Vicario sui piedi di Osimhen. Una volta in dieci, viene sacrificato.

 

6 Olivera

 

Piazzarsi dietro, senza avere le pretese di spingersi in avanti. Uno dopo l’altro l’Empoli cambia quasi tutti gli uomini là davanti anche perché c’è Vignato che si piazza lì provando a infierire ma è difficile avere a che fare con l’esterno uruguaiano di questi tempi: e infatti non passa mai da quella parte del campo l’Empoli.

 

7 Elmas

 

Fa piazzare il Napoli davanti ai tre centrocampisti, con gli azzurri in dieci: il rombo di centrocampo obbliga Spalletti a piazzarlo alle spalle di Osimhen, a due passi. Insegue Grassi e prova a schermarlo ogni volta che può. Quando ha il pallone, la testa è sempre alta, e ha la giocata sempre pronta.

 

s.v. Simeone

 

Un fulmine. Prima palla che gli arriva sul suo destro e subito mette i pensieri a Vicario. Non solo: seconda palla, prende e tira proprio dal limite dell’area ma il pallone gli viene respinto. Si vede che ha una voglia matta di mettersi in mostra, questa manciata di minuti non sa cosa farsene. Ma così è.

 

s.v. Gaetano

 

E’ una stagione così, per il talentino che volevano un po’ tutti. Però quasi sul gong, dopo essere entrato al 92’, ha l’occasione per una gioia unica: si lancia sulla destra, entra in area ma calcia in maniera non impeccabile. Un peccato, perché è uno dei simboli dell’altro Napoli, quello che lavora in silenzio.

 

s.v. Ndombele

 

Quei cambi che servono per collezionare solo presenze ai fini statistici, perché per il resto dare 4 minuti a un campione come lui sono davvero un contentino: ma Spalletti aveva bisogno anche di spezzare il ritmo finale dei padroni di casa. Il calcio è fatto di episodi che di colpo cambiano i destini delle partite. Da qui, l’interruzione per il cambio.

 

Fonte: Il Mattino

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