Eremita per lo scudetto: ecco dove ha scelto di vivere Luciano Spalletti

In un monolocale nel centro di Castel Volturno

C’è il cielo in quella stanza: e giorno e notte e notte giorno si sta da re a condividere se stesso, un pensiero unico e però rivedibile, il frammento di un’Idea che un perfezionista nell’anima sistema sotto la lente d’ingrandimento del proprio vissuto per analizzarlo in ogni sua particella. L’eremita dello scudetto ha scelto, e da un po’, di starsene rinchiuso nel suo mondo, d’evitare di divagare negli specchi d’acqua che, dall’alto della camera dell’albergo di Corso Vittorio Emanuele, potevano distrarlo, di smarrirsi per mezz’ora o un’ora o chissenefrega quanto in quei quaranta chilometri per arrivare a sistemare le diagonali di passaggio e le marcature preventive verso il futuro: Castel Volturno è il tratto esistenziale del presente, un’area indivisibile dal proprio corpo, e tanto vale starsene lì, lasciarsi attrezzare – in maniera spartana, essenziale – un monolocale, poi dormire e svegliarsi al Konami Training Center ma rimanendo immerso in quel Progetto che Luciano Spalletti ha lasciato germogliare ventinove anni fa, ad Empoli, e che stavolta, nel percorso ondulato d’una carriera da libero pensatore, sta fiorendo e come un filare pare collegare quelle epoche. «Sono partito da lì e sono grato all’Empoli. Sono stato avvantaggiato a lavorare in quel club, che offre a chiunque tanti spunti per fare calcio di un certo livello. Nei miei cinque anni da allenatore, altri due da giocatore, una ventina da tifoso che andava allo stadio a veder le partite, ho tratto beneficio di quella impostazione e me lo sono portato dietro, nelle mie successive esperienze. E sono stato fortunato, perché ho guidato calciatori forti, molto forti, che poi mi hanno dato la possibilità di allenare in società importanti come il Napoli». 

Fonte: CdS

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