In comune hanno avuto l’impatto: tecnicamente complesso prima di conquistare la scena. Ma se vogliamo raccontarla bene Lobotka è stato anche vittima di quello che oggi si definisce body-shaming per un po’ di chili in più accumulati nel corso della sua prima stagione: e soltanto per questo la sua esplosione è stata ancora più fragorosa. Sì. Lo chiamano Lobo e ogni tanto i tifosi anche Iniesta, mentre Spalletti poco più d’un anno fa disse: «Può diventare per il Napoli quello che era Jorginho». Bene, alla vigilia della partita con l’Empoli e all’indomani dell’ennesima prestazione gigantesca della stagione con l’Eintracht, la storia è già cambiata: loro due viaggiano su binari paralleli ma sulla linea dei grandi d’Europa. Lobotka e Jorgihno, i ciak di oggi e di ieri: il regista di uno scudetto ormai vicino e di dolci follie di coppa e poi il regista del luna park di Sarri che lo scudetto l’ha sfiorato in azzurro e la Champions l’ha suonata in Blues. Con il Chelsea. Due magnifici centrocampisti, due interpreti del calcio puro ma ognuno con la propria firma: bello così, no? Con una differenza destinata a segnare la storia del club: Jorgi ha già vinto a Londra e ci sta riprovando con l’Arsenal, Lobo invece ha vinto in Slovacchia ma può farlo anche a Napoli. Dopo Maradona e i suoi immortali fratelli. Fonte: CdS