Il presidente Aurelio De Laurentiis irrompe sulla vigilia di Champions e lo fa alla sua maniera, senza mezzi termini. Rivendica scelte coraggiose del Napoli ed è giustamente orgoglioso: «Siamo in Europa dal 2008. Ricordate in Grecia il Panionios? E da allora siamo sempre cresciuti e diventati competitivi. Sempre scendendo in campo con onestà». Poi il produttore si prende i meriti: «Quando a maggio dicevo che avremmo lottato per lo scudetto nessuno mi credeva. I tifosi erano scettici e del resto è giusto che lo fossero: è il loro mestiere. Eravamo noi a dover programmare e il nostro direttore Cristiano Giuntoli aveva preparato tutto. Non ci fosse stato il covid e perdite per 200 milioni, Kvara lo avremmo preso tre anni fa, quando di anni ne aveva 18. Ma ci chiedevano 30 milioni. L’attesa è stata premiata perché lo abbiamo pagato dieci».
Luciano e i gioielli Poi ecco Luciano Spalletti e il discorso si focalizza su Osimhen e Kvaratskhelia, i più attesi a Francoforte: «Sono ragazzi intelligenti e responsabili. Prendete Victor: appena ha sentito contro il Sassuolo un problemino alla coscia venerdì, ha chiesto subito la sostituzione, significa che sa ascoltare bene il proprio corpo. Lui e Kvara hanno la qualità per mandare segnali importanti al calcio mondiale. Giuntoli e De Laurentiis sono stati bravi a sceglierli in un pacchetto molto ampio di giocatori. E questa gioventù va fatta maturare. E loro sapranno interpretare questa sfida. Qui non è lecito avere paura. Vedremo cosa ci mostreranno. Io sono fiducioso». Spalletti ha preparato ogni cosa con meticolosità, anche perché proprio con l’Eintracht, 4 anni fa, fu eliminato agli ottavi di Europa League con l’Inter. Oggi è una squadra diversa, quella tedesca, ma anche più forte: «Glasner lo stimo molto, alla mia squadra ho proposto soluzioni già provate da lui. Lo stimo per il calcio che propone. Un allenatore moderno che sa fare giocare cortissima la sua squadra. Che sa benissimo pressare alto o tenere il blocco basso per ripartire negli spazi. Sarà molto difficile per noi». Per complimentarsi con Spalletti, Glasner ha ribadito che il Napoli è la squadra più anti-italiana: «È un luogo comune. Anche l’Eintracht, per esempio, sa abbassarsi e poi ripartire negli spazi. Ognuno usa la propria strategia ma è difficile fare la partita soltanto nell’altra metà campo a questi livelli».
Tattica Sulla propria strategia, Spalletti non parla, anche se ha lavorato molto sui calci piazzati in questi giorni: «A Kvaratskhelia non si possono chiedere le stesse cose che dà Di Lorenzo. Poi ci vuole sacrificio, perché se l’Eintratcht riparte veloce bisogna che ci sia la disponibilità degli attaccanti ad inseguire gli avversari». Nessuna “rivelazione” sulla formazione: «Perché di bei problemi nelle scelte ne ho. Elmas al posto di Zielinski ha fatto benissimo. Politano e Lozano alternandosi ci danno sempre la possibilità di tenere al massimo il rendimento in quel ruolo. Così come con Mario Rui e Olivera».
Fonte: Gazzetta