Benitez alla Gazzetta: “La Champions? E perchè non il Napoli!”

Lo spagnolo: «Squadra in crescita, allenata al meglio. E poi c’è la passione della gente...»

Si parla di Champions League con Rafa Benitez. La scusa è Liverpool-Real Madrid di domani sera ma secondo l’allenatore spagnolo c’è un’altra delle sue ex squadre che può dire la sua nella massima competizione europea, che vinse nel 2005 in una finale indimenticabile fra Liverpool e Milan.

Ecco, risponda lei.

«Quando si parla di favoriti in Champions League tutti danno sempre gli stessi nomi, il Real Madrid, il Manchester City eccetera. Per me il Napoli ha tutte le carte in regola per imporsi anche in Europa. Sono in fiducia, non hanno nulla da perdere, giocano bene, hanno un ampio vantaggio in campionato che quindi non rappresenterà una grande distrazione a livello fisico e mentale. Possono andare avanti in Europa e più lo faranno e più cresceranno. E poi so bene cosa vuol dire l’euforia di una città come Napoli in termini di appoggio alla squadra. Quindi: perché no? Con questo non sto dicendo che il Napoli vincerà la Champions League, ma solo che può farcela».

E il campionato?

«Le racconto una cosa. Ora è facile dire che il Napoli vincerà lo scudetto, col vantaggio che ha. Io però a Spalletti glielo dissi ai primi di novembre. Ci incontrammo qui, in questo stesso albergo di Liverpool. Il Napoli veniva da una lunghissima serie positiva, era imbattuto tra Italia e Champions, ma aveva solo 5 punti di vantaggio sull’Atalanta e 6 sul Milan. Dissi a Luciano che avrebbe riportato lo scudetto a Napoli. Lui non lo voleva sentir dire, anche per una questione di scaramanzia, ma io sentivo già allora che sarebbe stato l’anno giusto».

Perché?

«Per come stava giocando il Napoli, per i giocatori che ha e soprattutto per l’allenatore che ha: Spalletti è un tecnico d’esperienza, e con l’esperienza si maneggiano meglio le situazioni e si fanno meno errori. Per questo il successo del Napoli non mi sorprende. Continuo a seguirlo, vedo tante partite, ho tanti amici li, raccolgo informazioni. E sono tutte positive. La squadra è in forma. È vero che la Juventus ha i suoi problemi e il Milan non sta bene, ma non si possono sminuire i grandi meriti del Napoli. E sa dove si vede la sua grande forza? In Europa. Questa è una squadra che in Champions sta lottando al meglio. Saranno campioni d’Italia con pieno merito».

Ha citato la Juventus, che come il City sta avendo problemi fuori dal campo.

«Il fairplay finanziario è stato creato per generare una maggiore eguaglianza e proteggere una serie di squadre, e penso sia servito altrimenti oggi diversi club sarebbero in bancarotta. Resta però un organismo di controllo: tu in macchina puoi andare alla velocità che vuoi, però se superi i limiti rischi di farti beccare da un radar della polizia. Il controllo serve ad evitare incidenti, però può portare a delle multe. Lasciamo che la giustizia faccia il proprio lavoro, poi vedremo. Ora non si può dire di più».

Ancelotti e Klopp domani sera ad Anfield si ritrovano di fronte per l’ennesima volta.

«Jurgen continua ad essere un grandissimo allenatore, ma se perde giocatori fondamentali per infortunio, come è stato con Van Dijk, Firmino, Diogo Jota e Thiago, la squadra ne risente. I rivali in Inghilterra sono cresciuti, penso soprattutto all’Arsenal, gli obiettivi sono sempre elevatissimi e in mancanza di risultati iniziano i dubbi, il nervosismo, la perdita di fiducia, i giocatori fanno più errori. La partenza di Mané ha cambiato la struttura della squadra ma gli acquisti dovrebbero compensarla, il problema è che ci vuole tempo e non ce n’è. I risultati però aiutano sempre, e le due vittorie con Everton e Newcastle sono fondamentali sotto il profilo mentale. Anche perché ora il quarto posto in Premier per il Liverpool è più vicino, quella col Madrid non è più un’ultima spiaggia europea».

E Ancelotti?

«L’esperienza è un bagaglio inestimabile. Carlo prende le decisioni basandosi su un passato incredibile. Oggi per vincere ci vogliono esperienza e buoni giocatori: è difficile che un giovane conquisti un titolo, soprattutto a livello internazionale. E Carlo è il più esperto di tutti».

Lo vuole il Brasile.

«Ci sta. Perché Carlo è bravo ovunque va. Se gli dai mezzi di qualità puoi star certo che farà bene vista l’esperienza e la capacità di gestione del gruppo che ha. Mi sembra perfetto per una squadra di talento come il Brasile».

Come vede la sfida tra Liverpool e Madrid? A nove mesi dalla finale molte cose sono cambiate.

«Una ha perso Sadio Mané, l’altra Casemiro, giocatori fondamentali. Oggi il Madrid gioca con lo stile che è proprio del club: sfrutta al massimo la condizione dei suoi singoli, penso soprattutto alla capacità di connessione di Benzema e alla velocità e verticalità di Vinicius. Il Madrid non sta benissimo ma può battere chiunque, in ogni momento. Il Liverpool ha sofferto per gli infortuni che hanno portato a risultati inferiori alle attese, però è in ripresa. Sono rientrati Firmino e Diogo Jota, che sono in grado di combinare al meglio con Salah. La cosa può far respirare e guadagnare tempo a Nuñez e Gakpo, che sono arrivati da poco e hanno altre caratteristiche. Nelle ultime uscite abbiamo visto che il Liverpool ha ritrovato l’intensità, nel derby anche aiutato dal pubblico. E questo affronta il Madrid: una squadra ferita ma sostenuta da un grande ambiente e di nuovo intensa. Se il Madrid tiene palla, controlla la pressione avversaria e trova lo spazio di Vinicius alle spalle di Alexander Arnold vedremo una partita. Altrimenti la gara si giocherà soprattutto nell’area del Madrid e in quel caso dipenderà dalla forma degli attaccanti del Liverpool e dei difensori del Real Madrid».

C’è un favorito?

«No. Primo perché tra andata e ritorno c’è quasi un mese. Che vuol dire tante partite, rischio d’infortuni ma anche possibilità di recupero di gente ora acciaccata, miglioramento o peggioramento della forma. E secondo perché queste sono due squadre che possono vincere sia in casa che fuori. Mettiamo che ad Anfield prevalga l’intensità del Liverpool, basta pensare alla scorsa Champions per sapere che al Bernabeu può succedere di tutto. E lo stesso vale a parti invertite. Se il Madrid dovesse vincere a Liverpool non sarebbe comunque finita. In ogni caso, ci sarà da divertirsi».

 

Fonte: Gazzetta

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