22 maggio 1996, la Juventus allenata da Marcello Lippi conquista la coppa dei campioni battendo ai calci di rigore l’Ajax. Risultato finale al termine di regolamentari e supplementari: 1-1 e per i bianconeri segna Fabrizio Ravanelli. Specialista nelle notti che contano, quindi, l’ex attaccante della Juventus strizza l’occhio al Napoli in vista dell’impegno di Champions in programma martedì sera a Francoforte.
Qual è l’augurio che si sente di fare agli azzurri? «Innanzitutto chiudere in fretta il discorso campionato per poi potersi dedicare con la testa alla Champions».
Secondo lei è una coppa alla portata del Napoli? «Assolutamente sì. Il Napoli se la può giocare contro tutte, anche con le big e lo ha già dimostrato nella fase a gironi con delle grandi prestazioni. Insomma: non deve temere nessuno, anzi: forse sono gli altri che devono temere il Napoli».
Cosa serve per vincere la Champions?«È una competizione molto campionato difficile che ti fa scattare quella determinazione e quella cattiveria agonistica che forse al Napoli erano mancate fino a quest’anno. Credo che quello che stanno facendo i ragazzi di Spalletti sia qualcosa di unico».
Secondo lei di chi è il merito di questo cambio di marcia?«Sicuramente di società e allenatore. Ma anche i giocatori stanno facendo vedere cose incredibili. Stanno dimostrando tramite il gioco e le vittorie che sono in grado di giocarsela con tutte. Il gioco del Napoli è internazionale, non è all’italiana, e così hanno costruito le basi solite per compiere un’annata epica. Diciamoci la verità: lo scudetto è nelle loro tasche e speriamo che il Napoli possa rappresentare alla grande il calcio italiano in Europa».
Parlava dei giocatori: da attaccante come giudica la stagione di Osimhen?«Del bomber azzurro mi piacciono fisicità e determinazione: non molla mai una palla. Credo proprio che in questo mento sia uno dei migliori attaccanti al mondo».
Avrebbe preferito giocare in coppia con lui o con Kvara?«Non si può fare con entrambi? Scherzi a parte, sarei stato in un tridente con loro due tridente».
Perché?«Kvara crea superiorità numerica e confeziona assist perfetti, mentre grazie ai movimenti continui di Osimhen avrei avuto più spazio e più libertà per fare gol. Victor catalizza l’attenzione di tutti i difensori e di conseguenza io avrei avuto più libertà di movimento».
Ma torniamo alla Champions: essere così avanti in campionato cosa può portare nella testa dei giocatori? «È sicuramente un bel vantaggio in vista delle gare in Europa perché consente anche a Spalletti di fare qualche prova in campionato e magari far riposare un po’ le sue stelle che dovranno essere belle riposate nelle partite infrasettimanali. Io capisco gli attaccanti che vogliono segnare tanto in campionato per centrare i record, ma devono ricordare che i record se li porta via il vento, mentre i trofei restano per sempre nelle bacheche e nella memoria».
Fonte: Il Mattino