Nel 2013-14 la Juve campione chiuse il torneo a quota 102 Ma alla 23ª ne aveva “solo” 60 due in meno di questo Napoli che non smette di stupire.
Quota centodue è lontana, sembra quasi sia al di là della L una: e però quando la Juventus di Antonio Conte ci arrivò, anno di grazia 2014, a fine febbraio non ci pensava o magari sì, ma senza divorarsi il cervello. Nove punti di vantaggio sulla Roma rappresentavano una rispettabile distanza di sicurezza, l’ossessione restava lo scudetto, però sottovoce qualcosa si sussurrava, fosse pure semplicemente una pallida tentazione di fare la Storia. Quota centodue, pure oggi, sembra inavvicinabile, è una montagna da scalare: ma adesso che se ne è andata pure la quarta del girone di ritorno, senza che a Napoli s’avverta neppure l’eco graffiante della gloria, non si può nemmeno percepire il venticello caldo di addobbare l’impresa spingendosi oltre quel muro. E però, se i numeri hanno un’anima e indicano un orientamento, oggi come allora il sospetto s’annida nelle statistiche, che svelano le possibilità di rimescolare pure un primato, effimero (per modo di dire) e però stuzzicante: ventitré giornate sono state bruciate con un percorso quasi netto, fanno notizia, alla pari delle venti vittorie, i due pareggi e l’unica sconfitta a San Siro contro l’Inter, e i sessantadue punti del Napoli segnano il “ sorpasso ” sulla Vecchia Signora, che all’epoca s’era issata sino ai sessanta, utili per starsene al riparo della Roma ma pure per cominciare a costruire quel capolavoro. Fonte: CdS