Stasera per Spalletti sono 1000. E’ la notte per volare a più 18

La prima panchina del tecnico di Certaldo fu in occasione di Massese-Empoli
Se diecimilacinquecentoventisei (10.526) giorni sembrano tanti, ci si può sempre rifugiare in mille partite: fa conto pari, definisce un tempo e, a modo suo, è anche più chic, oltre a raccontare una vita, forse pure una pagina di Storia. Quando Luciano Spalletti non era ancora Luciano Spalletti, e però si sospettava che lo potesse diventare, Massese-Empoli si trasformava in una sfida silenziosa che un uomo avviava con se stesso, per capire cosa fare da Grande o come diventarlo: ma il 24 aprile del 1994, per i suoi colleghi di Coverciano, “il talento” s’era già mostrato in quella naturale vocazione “sovversiva” che adesso è esplosa fragorosamente. «È il più bravo».

Sassuolo-Napoli è un brivido, un carillon e pure un fotogramma d’un vissuto che Luciano Spalletti si porta appresso, è un percorso arricchito dalla sua morbosa curiosità, d’una ricerca persino ossessiva d’un stile che non rimanesse confinato nei vicoli delle banalità ma che emergesse nell’eleganza delle forme e andasse oltre il manierismo italico.  Le mille bolle di Luciano Spalletti ora sono d’un azzurro vivo, sprigionano l’allegria di questi ventinove anni decollati con l’Empoli e però poi diffusa ovunque, anche nelle dolenti domeniche che il calcio non nega a nessuno, perché nell’Idea il buon gusto ha sempre prevalso sul cinismo tout court e Napoli è divenuto il poster d’una carriera impregnata d’un modello perennemente alto di spettacolo, d’un linguaggio che uscisse dal blablabla e inseguisse la diversità: diciannove vittorie, due pareggi, una sola sconfitta non sono sufficienti a definire un’impresa, possono eventualmente disegnarla nell’orizzonte, dal quale viene aspirata qualsiasi traccia d’euforia. «E i nostri tifosi ci aiutano a restare concentrati». 

Fonte: CdS

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