Quando Spalletti sedeva in panchina, su quella del Napoli c’era Lippi

Contro il Sassuolo il tecnico toscano taglierà il traguardo delle 1000 panchine

In tre decenni scarsi, ci sono vari Spalletti che appartengono però semplicemente a se stesso e ciò che resta è la cifra tecnica, che ha goduto d’un tratto identitario. La millesima partita, Sassuolo-Napoli, sa di tutto e contemporaneamente di niente, viene “ridimensionata” nel silenzio tutt’altro che casuale d’una vigilia da “banalizzare” per evitare celebrazioni e apologie su una stagione fascinosa ed abbagliante, però appartiene ad una carriera che è carica d’innovazioni, che s’è alimentata in quel laboratorio personalissimo tra difese a tre e mezzo e centravanti costruiti nello spazio, nell’anticonformismo di chi s’è sviluppato intorno al proprio mantra: “uomini forti, destini forti“, declamato anche brutalmente in alcuni one man show di fronte a microfoni e taccuini che non ha mai lusingato.
Il Napoli è il capolavoro dell’anima, in quel tour che l’ha trascinato dalla provincia alle capitali, affrescate d’un calcio rivoluzionario, un prodigio dell’estetica, che adesso appartiene a questo tempo tutto suo, con quindici punti di vantaggio sulla seconda: “Non è finita e qua si mangia con il presente, non certo con il futuro. Abbiamo un’occasione irripetibile ma il Napoli evita di pensare che sia già vinto“. Spalletti alzerà le spalle dinnanzi alla sua millesima partita: quando cominciò, in una domenica che si perde tra i ricordi, in quello che si chiamava San Paolo si giocava Napoli-Parma, finì 2-0, sulla sua panchina sedeva Marcello Lippi, il general manager di quel club era Ottavio Bianchi.

Fonte: Corriere dello Sport

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